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giovedì 23 marzo 2017

WELFARE, INCONTRO IN REGIONE

        
Un momento dell'incontro sul WelfareUn momento dell'incontro sul Welfare
 

Per valutare lo stato di attuazione della riforma dei servizi socio assistenziali territoriali e per definire il percorso ed il crono programma attraverso i quali superare le criticità ancora presenti e governare il periodo di transizione dal vecchio al nuovo assetto istituzionale, organizzativo e programmatico territoriale, si é tenuto questa mattina nella Sala Verrastro della Regione, un incontro al quale hanno preso parte il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, l’assessore regionale alle Politiche per la Persona, Flavia Franconi, i rappresentanti di Anci Basilicata, i sindaci ed i tecnici di riferimento dei Comuni capofila dei nuovi Ambiti socio territoriali.

Ad introdurre i lavori l'assessore Franconi, la quale ha evidenziato, anzitutto, la necessità di colmare con urgenza alcuni ritardi che si sono verificati nella costruzione del nuovo assetto istituzionale territoriale dei servizi sociali e socio sanitari, approvando quanto prima le nuove convenzioni intercomunali di Ambito, propedeutiche alla costituzione degli Uffici di Piano ed alla nuova programmazione territoriale. Ciò sia per far sì che tutto il sistema integrato regionale dei servizi socio assistenziali possa uscire dalla fase di transizione che tuttora permane - e che può determinare criticità per la continuità di erogazione di servizi essenziali al cittadino nonché per i rapporti tra gli enti titolari dei servizi ed i soggetti erogatori dei servizi stessi - sia per l’effettivo avvio dei nuovi programmi di intervento, già finanziati, come il piano regionale straordinario sulla disabilità, oppure attualmente in corso di acquisizione di finanziamenti comunitari e nazionali, come i progetti di sostegno all’inclusione attiva o i programmi sul “Dopo di noi".

Il Presidente Pittella ha sottolineato la necessità della massima collaborazione istituzionale tra Regione ed Enti locali rispetto ad un crono programma certo che porti alla piena attuazione degli atti di programmazione regionale adottati fin dalle Linee guida del luglio 2015 e dal piano di indirizzi del marzo 2016, per l’esecuzione dei quali, però, "la Regione - ha detto il governatore lucano - non può sostituirsi alla competenza diretta ed esclusiva dei Comuni. E’ inoltre indispensabile - ha aggiunto Pittella - che Regione e Comuni governino assieme il periodo di transizione, anzitutto per garantire la continuità dei servizi essenziali ai cittadini ed anche per dare certezza, attraverso delle gare ponte per l’affidamento dei servizi, di corretta relazione amministrativa con i soggetti erogatori dei servizi stessi. Si tratta, in sostanza, di assumere un impegno collettivo e condiviso rispetto all’attuazione di un percorso che porti nel più breve tempo possibile, ad uscire dalla fase transitoria verso il nuovo assetto istituzionale e funzionale. La Regione, per suo conto, si impegna a continuare e a rafforzare la funzione di regia, di coordinamento e di affiancamento sino ad ora svolta anche, ove richiesto, attraverso modalità di auditing dei singoli Ambiti, e a sostenere, ove richiesta - ha concluso - la relazione degli Enti Locali con la parte datoriale del Terzo settore e con le organizzazioni sindacali nel percorso transitorio".

Dopo gli interventi dei sindaci presenti si è convenuto che "Entro il 31 marzo prossimo ci si impegna a convocare in ciascun Ambito tutti i Consigli comunali per l’esame e l’approvazione delle Convenzioni intercomunali che istituiranno formalmente gli Ambiti stessi, formalizzeranno l’individuazione dei Comuni capifila, istituiranno i nuovi Uffici di Piano e regoleranno le nuove relazioni istituzionali tra i Comuni convenzionati per l’erogazione associata dei servizi previsti dai nuovi Piani sociali e socio sanitari; il 30 giugno prossimo ci si impegna ad adottare i Regolamenti intercomunali, ivi compreso il regolamento di funzionamento dell’ Ufficio di Piano di Ambito, e a costituire gli Uffici di Piano, soggetti indispensabili per la formazione, anche attraverso i focus territoriali tematici, della nuova programmazione dei servizi, a sua volta necessaria alla definizione delle nuove gare di affidamento.

Al contempo, sulla base dei vecchi Ambiti e della configurazione attuale dei servizi, dovranno essere velocemente bandite delle gare – ponte per l’affidamento dei servizi sino al 31 dicembre 2017, ponendo come traguardo il 1 gennaio 2018 quale decorrenza delle gare basate sulla nuova programmazione. La fase transitoria non riguarda i Comuni di Potenza e Matera, Ambiti mono comunali che non necessitano del percorso convenzionale e che possono procedere immediatamente alla costituzione degli Uffici di Piano e alla formazione della nuova programmazione. Per ciò che attiene i nuovi programmi, quali, ad esempio, il piano regionale straordinario sulla disabilità, i programmi Sia (sostegno inclusione attiva) e quelli relativi al “dopo di noi", non vi è, ovviamente, necessità di affidamenti transitori, ma possono, una volta formalizzate le convenzioni, essere realizzati sulla base dei nuovi Ambiti con affidamenti a regime.
FONTE      AGR

martedì 21 marzo 2017

Allarme cinghiali in città: da Roma a Bari si grida all'invasione



Dopo l'incidente mortale causato da un cinghiale, Roma pensa alla sterilizzazione. Avvistamenti in aumento anche in altre città


Da pochi esemplari ad una vera e propria invasione: cresce la paura dei cinghiali in diverse città italiane. L’ultimo grave incidente causato da questi animali selvatici è avvenuto a Roma, dove un motociclista di 49 anni ha perso la vita in seguito allo scontro con un cinghiale in via dell’Inviolatella Borghese, una stradina all’interno dell’omonimo parco, in zona Cassia. Il motociclista si è trovato di fronte l’animale, sbucato all’improvviso da una macchia di verde a bordo strada. Il violento impatto ha scaraventato l’uomo per terra, causandogli gravi lesioni alla testa, risultate fatali.
Il Codacons ha chiesto alla Procura di aprire un’indagine sull’episodio, verificando le responsabilità del Comune di Roma, dei vigili urbani e delle Guardie zoofile.
Da tempo i cittadini lamentano una presenza crescente di cinghiali nella capitale, e temono per la propria incolumità. Stando a quanto denuncia il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, Roma è diventata uno “zoo a cielo aperto, con animali selvatici, maiali e topi che si aggirano indisturbati nelle aree urbane”.
Mentre il Campidoglio starebbe vagliando l’ipotesi di utilizzare un immunovaccino per la sterilizzazione dei cinghiali, Coldiretti diffonde cifre allarmanti, dichiarando che negli ultimi 10 anni il numero degli ungulati presenti sul territorio nazionale è raddoppiato, toccando il milione di capi. Oltre ad essere pericolosi per l’uomo, questi esemplari selvatici provocano ingenti danni all’agricoltura, che ammontano a 100 milioni di euro l’anno.
Il problema della presenza dei cinghiali è molto sentito anche in Liguria, dove le denunce dei cittadini relative alle invasioni degli ungulati e ai pericoli che comportano sono ormai all’ordine del giorno. A Genova, nei giorni scorsi è stato firmato un protocollo d’intesa tra Regione e Comune, che prevede reti di protezione metalliche ed elettriche nei punti di passaggio degli animali selvatici, monitoraggio dei rifiuti, un numero verde regionale per segnalare la presenza di cinghiali in città e sanzioni a chi darà da mangiare agli ungulati.
In Toscana, dopo l’approvazione della legge regionale sul contenimento degli ungulati, sono stati abbattuti centomila esemplari nel 2016, oltre ventimila in più del 2015. La legge è stata approvata un anno fa per contenere la popolazione di cinghiali, caprioli, cervi e daini attraverso un’intensificazione delle attività di caccia nelle aree agricole, identificate come “non vocate”.
I cinghiali sono sempre più diffusi anche in Puglia, dove potrebbero essere diverse migliaia. A Bari, alcuni cittadini hanno ripreso con il cellulare due cinghiali di grosse dimensioni, avvistati per le strade del quartiere periferico San Paolo. L’avvistamento degli ungulati che scorrazzano in città non è stato però il primo. Stando a quanto ha dichiarato il comandante della Polizia locale, Nicola Marzulli, i cinghiali si sono insinuati nel comprensorio di case popolari, compreso tra viale Viale Europa e via Don Gnocchi.

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domenica 12 marzo 2017

MANIFESTO DEGLI ANZIANI, ULTIMO PILASTRO CHE REGGE LA DEMOCRAZIA

Prima di oggi, della condizione dei vecchi non mi importava nulla. E non avrei mai scritto il Bestiario che sto scrivendo. Ma desso molti media si occupano di loro, anzi di noi, Sulla Stampa di giovedì 9 marzo c’era un ottimo articolo scritto da Paolo Baroni. Titolo: “Sempre più anziani, ma lo Stato li dimentica. Siamo i più vecchi d’Europa, però i fondi per l’assistenza calano e le famiglie si indebitano per pagare badanti. Sale la protesta”.
A corredo dell’articolo venivano riportati alcuni dati statistici. Nel 2016 la vita media dei maschi italiani è stata 80 anni e sei mesi. Quella delle donne di 5 anni più lunga: 85 e un mese. La popolazione italiana vede 13 milioni e mezzo di nostri connazionali con più di 65 anni. I novantenni sono 727.000, 10 anni fa erano soltanto 466.000. Possiamo contare persino su 17.000 ultracentenari.
Qual è la condizione pubblica di tanti anziani?
[…] Leggo 10 quotidiani al giorno e li vedo prigionieri, sia pure con intonazioni diverse, della stessa litania. Che cosa recita? Prima di tutto sostiene che gli anziani sono colpevoli in blocco di un reato nefando: stanno rubando ai giovani il loro futuro e spesso anche il loro presente. Questi sfruttatori con i capelli bianchi occupano i posti di lavoro che dovrebbero essere lasciati liberi per i ventenni. Ragion per cui la disoccupazione giovanile in Italia è la più alta in Europa ed è arrivata a una quota spaventosa: il 40% e forse di più.
E’ una favola, naturalmente. Molti giovani non trovano un lavoro perché non ne sanno fare nessuno e non sono stati convinti, oppure obbligati, a impararne uno. Ma da questa verità banale discendono altre assurdità. A cominciare da quelle che gli italiani non fanno più figli e sono la popolazione meno prolifica in Europa. La colpa di chi è? Dei maledetti anziani che spingono le coppie in età fertile a non darsi da fare, poiché i vecchi si sarebbero divorati tutte le speranze.
La realtà, per come la vedo io, è molto diversa. In Italia, ma non soltanto da noi, i vecchi sono diventati l’ultimo pilastro di popolo che regge la democrazia. Per averne una prova, basta vedere alla Tv quale servizio su una assemblea di partito o sul comizio dio un leader. In platea spiccano soltanto capelli bianchi. L’ho notato per l’ennesima volta venerdì sera al Lingotto di Torino. Sul palco si affannava Matteo Renzi, un quarantenne in cerca di rivincita e di vendette. Ma aveva di fronte un pubblico di signore e signori non molto più giovani del suo babbo Tiziano.
Gli anziani nel 2017 li sento parlare al bar del mio paese, la mercato, nei negozi, in treno. Non sono affatto depressi. Anzi, mi sembrano molto incazzati. Della vita pubblica italiana sanno tutto e potrebbero prendere il posto delle tante giovani facce di gomme che intasano i talk show della televisione pubblica e privata. E i loro giudizi, ma dovrei dire i loro verdetti, risultano implacabili e senza sconti.
I partiti italiani, tutti, di sinistra, di centro, di destra, compresi i tanto vituperati populisti, si sono dissolti o stanno sparendo. Molto presto, il 2 novembre, giorno dei Morti, verrà dedicato a un cadavere illustre anche se nauseante: la Casta italica altrimenti detta la Partitocrazia del tempo che fu. […]











La Voce Dei Senior: MANIFESTO DEGLI ANZIANI, ULTIMO PILASTRO CHE REGGE...: […] Prima di oggi, della condizione dei vecchi non mi importava nulla. E non avrei mai scritto il Bestiario che sto scrivendo. Ma desso mo...

mercoledì 8 marzo 2017

Movimento oudoor nelle AREE PROTETTE lucane






L’affascinante paesaggio lucano, permanentemente offerto agli occhi del viaggiatore, ha molto da offrire a chi ama le attività all’aria aperta.

Camminare è un esercizio outdoor piacevole e sano, il modo ideale per godersi la natura. Nella parte nord-orientale della regione, i paesaggi del Vulture fanno da quinta a luoghi dove è impossibile sottrarsi al relax e alla meditazione, ad esempio la rete sentieristica della Riserva di Grotticelle di Monticchio, consente di raggiungere i “gemelli del Vulture”, incantevoli laghi originati da piccoli crateri, separati da un istmo e avvolti da una cornice verde affascinante.

I “gemelli del Vulture” (Ph Andrea Perciato, Guida GAE)
Al notevole patrimonio vegetale non si sottrae di certo il S.I.C. Monte Li Foi e le zone umide dei laghi Romito e Scuro, oltre alle vetuste faggete poste in prossimità del Piano della Nevena.
 Nei luoghi di Federico II si può seguire il Sentiero Lucano nr 101, che ripercorre l’antica via di comunicazione tra Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, l’Abbazia di San Michele e i laghi di Monticchio, attraversando castagneti, querceti, formazioni boschive di pioppo, aceri e abeti. Gioiello del Vulture è anche il torrente Bradano, che ha dato origine a splendide cascate nel territorio di San Fele, rese fruibili da alcuni percorsi naturalistici.


LINK :http://www.trekking.it/reportage/movimento-oudoor-nelle-aree-protette-lucane.html

martedì 7 marzo 2017

Non un reddito di meno: speciale Quaderno sul reddito di base per l’8 marzo





 Reddito di base per l’autodeterminazione. Numero speciale per lo Sciopero delle donne dell'8 marzo 2 017




RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO.

Uno speciale Quaderno per il Reddito (QR), a cura del BIN Italia, dedicato alla giornata dello sciopero globale delle donne dell’8 marzo 2017. Dalla quarta di copertina: 
Per reclamare solidarietà sociale, non familiare! Un reddito che sia garanzia di dignità, autonomia, libertà di scegliere. Contro la violenza sulle donne, che è anche violenza economica, determinata dalla divisione sessuale del lavoro, dalla precarietà delle condizioni lavorative, dal misconoscimento del peso sociale delle donne, del loro fondamentale contributo alla produzione sociale. Non un sussidio, una graziosa concessione, ma la giusta remunerazione del valore prodotto. Le donne rivendicano il diritto a un reddito di autodeterminazione e indicano così la strada giusta per sottrarsi allo sfruttamento e a una violenza che è strutturale al sistema.


From: BIN Italia

Sent: Monday, March 06, 2017 11:16 PM


Subject: Non un reddito di meno: speciale Quaderno sul reddito di base per l’8 marzo