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mercoledì 30 marzo 2016

I piccoli Comuni di fronte alla crisi e l'alternativa della fusione



Per descrivere efficacemente il ruolo del Comune italiano, o dei suoi omologhi negli ordinamenti stranieri, sono state utilizzate immagini di vario genere: la più frequente e intuitiva è quella che lo assimila alla cellula del corpo umano, poiché l’uno e l’altra, attraverso l’esecuzione costante di attività elementari, consentono il funzionamento di un organismo complesso e ne garantiscono la sopravvivenza. Il paragone biologico ha il pregio, fra l’altro, di restituire la naturalità tipica dell’ente comunale, che si vuole, al pari della famiglia, preesistente allo Stato, sì che esso sarebbe “trovato”, non “creato”, dalla legge. Proprio questo indiscriminato meccanismo di riconoscimento postumo, tuttavia, è all’origine della marcata frammentazione che connota il territorio italiano, scisso, appunto, in una miriade di Comuni, tanti quanti erano gli agglomerati abitativi spontaneamente formatisi entro i confini degli Stati preunitari. Così, nel 1861, si contavano 7.720 Comuni...(segue)

lunedì 28 marzo 2016

Il Modello per l’esenzione dal Canone RAI

Entro il 30 aprile o il 10 maggio bisogna presentare l'autocertificazione per non pagare il canone RAI: il modello di dichiarazione sostitutiva.

Ecco il modello dell’Agenzia delle Entrate per autodichiarare il mancato possesso dei requisiti per pagare il canone RAI in bolletta: lo compila chi non ha un televisore, o ha un altro familiare che paga il canone. La scadenza è il 30 aprile 2016 per la presentazione cartacea oppure il 10 maggio per la presentazione telematica.
Il modello è pubblicato insieme al provvedimento di approvazione del 24 marzo 2016, con le istruzioni di compilazione, disponibile sul sito dell’Agenzia, sul sito del ministero delle Finanze e su quello della RAI nelle pagine dedicate al canone.
Il modello si compone di una parte dedicata aidati anagrafici e di una dichiarazione sostitutiva di non detenzione dell’apparecchio televisivo, in attuazione di quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2016, che ha ridotto il Canone RAI a 100 euro prevedendone però il pagamento con la bolletta elettrica.
Per non ricevere il Canone RAI in addebito sulla bolletta elettrica, bisogna presentare apposita autocertificazione al Fisco. Sono previsti i seguenti diversi casi:
·         contribuente che non ha nessun televisore in nessuna delle abitazione per cui è titolare dell’utenza elettrica;
·         non detenzione di un ulteriore apparecchio televisivo oltre a quello per il quale è stata precedentemente presentata una denunzia di cessazione dell’abbonamento per suggellamento;
·         il canone non deve essere addebitato in alcuna delle utenze elettriche intestate al dichiarante perché la bolletta elettrica è intestata ad altro componente della stessa famiglia anagrafica, che paga quindi il canone RAI;
·         il venir meno dei presupposti di una dichiarazione sostitutiva precedente: questa dichiarazione va presentata, ad esempio, quando dopo aver presentato dichiarazione sostitutiva di non detenzione della tv, nel corso dell’anno viene acquistato un televisore.
A seconda della tipologia di dichiarazione, il contribuente compila il quadro A o il quadro B del modello. Il Quadro A è la dichiarazione di non detenzione di una tv, il Quadro B è dedicato a coloro che non pagano perché il canone RAI è già versato da un altro componente della famiglia anagrafica: è il caso, ad esmepio, di due persone conviventi, che fanno parte della stessa famiglia anagrafica, intestatari di utenze elettriche separate. Il codice fiscale da segnare nel campo dichiarazione è quello del familiare che paga il canone.
La dichiarazione sostitutiva si presenta attraverso il servizio postale entro il 30 aprileoppure per via telematica entro il 10 maggio e ha valore per l’intero 2016. Dall’anno prossimo, la dichiarazione si presenta entro il 31 gennaio. La dichiarazione si può presentare con le seguenti modalità:
·         per posta, via raccomandata, inviando il modello cartaceo all’indirizzo Agenzia delle Entrate, Ufficio di Torino 1, S.A.T. – Sportello abbonamenti  TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino. Fa fede la data di spedizione: la scadenza per questo tipo di consegna è il30 aprile.
·         online tramite applicazione web dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando le credenziali Fisconline o Entratel. In questo caso, la scadenza è il 10 maggio.
·         tramite intermediario entro il 30 aprile: il provvedimento delle Entrate dettaglia gli obblighi del professionista (copia al dichiarante, delega, ricevuta).
La presentazione della dichiarazione in ritardo comporta la non validità della stessa, e quindi l’obbligo di pagare il canone RAI, anche se non necessariamente per l’intero anno: un ritardo fino al 30 giugno, non ha effetto su tutto l’anno ma solo sul secondo semestre. In pratica, quindi, si pagherà il canone da gennaio a giungo, ma non da luglio a dicembre. Ricordiamo che le rate arrivano comunque a partire dal mese di luglio (in cui saranno inserite le prime sei rate dell’anno, 60 euro). Dal 2017 quando la riforma sarà a regime, la dichiarazione sostitutiva va presentata dal primo luglio dell’anno precedente al 31 gennaio. La presentazione in ritardo, ma entro il 30 giugno, comporta esenzione per il secondo semestre.
Attenzione: contrariamente a quanto succedeva prima, la dichiarazione ha validità annuale, quindi andrà ripresentata anno per anno nel caso in cui sussistano i requisiti. Si considera apparecchio televisivo, per cui bisogna pagare il canone RAI, una tv che riceve il digitale terrestre o il segnale satellitare. Quindi, ad esempio un pc o un altro monitor, anche se consente la visione di programmi via Internet, o un vecchio televisore analogico, non comportano il pagamento del canone, a meno che non riceva il segnale radiotelevisivo via digitale terrestre o satellitare. La dichiarazione sostitutiva può essere resa anche dall’erede.
Il contribuente che attiva una nuova utenza elettrica nel corso dell’anno, devono presentare la dichiarazione di esenzione dal canone entro il mese successivo a quello in cui attivano la fornitura.

venerdì 25 marzo 2016

Canone RAI in bolletta, ecco le istruzioni 2016

Mini guida al canone RAI 2016: come avviene il pagamento, con quali scadenze e cosa è previsto dal decreto attuativo della Legge di Stabilità per i casi particolari.

Il decreto attuativo sul Canone RAI in bolletta elettrica è finalmente pronto. Il Ministero dell’Economia e Sviluppo Economico e dell’Economia lo hanno inviato peri consueti pareri all’Autorità per l’Energia e al Consiglio di Stato. Nel provvedimento si fa luce sui dubbi più consistenti espressi sulla riforma dell’imposta televisiva, ossia le garanzie per i rimborsi ai cittadini e i contributi alle società elettriche (28 mln di euro in due anni). Indicate anche scadenze e modalità per richiedere l’esenzione dall’addebito in bolletta per mancato possesso dell’apparecchio televisivo, tramite invio di apposita autocertificazione. Ecco quindi una breve guida al versamento dell’imposta secondo le nuove regole contenute nel decreto di attuazione delle norme in Legge di Stabilità 2016.
Scadenze
A seguito della riforma del canone RAI l’imposta, che scende a 100 euro, si paga insieme alla bolletta elettrica in 10 rate mensili.  Solo per il 2016, il primo addebito del canone RAI avverrà nella prima fattura elettrica successiva al 1° luglio 2016, nella quale saranno conteggiate anche le rate relative ai mesi precedenti. Dal 2017, i 100 euro saranno diluiti in 10 rate da gennaio ad ottobre, sempre in bolletta.  L’importo del canone è indicato nella fattura con una distinta voce ed è dovuto anche se il consumo di energia elettrica dovesse essere pari a zero, in questo caso con fatture quadrimestrali invece che bimestrali.
Sciogliendo il nodo sulla questione dei non titolari di utenza elettrica (e nelle isole minori), il decreto prevede la non irrogazione di sanzioni per ritardato pagamento ed il versamento dell’imposta, in deroga per il 2016, slittato al 31 ottobre in un’unica soluzione.
Titolarità
L’intestazione del canone RAI seguirà l’intestazione della bolletta e, in caso di divergenza, l’Agenzia delle Entrate  eseguirà la voltura d’ufficio e sarà poi il cittadino che non deve più pagare (perchè non titolare) a inviare autocertificazione, indicando che a farsi carico del pagamento dell’imposta è magari il coniuge intestatario.
Per i defunti intestatari della bolletta, l’Agenzia delle Entrate procede con la voltura del canone al titolare del contratto.
L’intestatario del canone RAI – non intestatario di alcun contratto di energia elettrica e svincolato da altre utenze – deve invece versare entro ottobre il canone RAI, come sopra indicato, mediante bollettino (versamento unico da 100 euro).
A fornire alle imprese elettriche le informazioni in possesso dell’Agenzia delle Entrate sui dati dei contribuenti sarà Acquirente unico Spa.
Solleciti
“In caso di mancato pagamento totale o parziale della fattura per la parte relativa ai consumi elettrici, l’impresa elettrica provvede ad inviare solleciti al cliente con le modalità ordinariamente utilizzate, anche per la parte relativa al canone”.
Una buona notizia. In nessun caso il mancato pagamento del canone comporta ildistacco della fornitura di energia elettrica. Se entro l’anno solare successivo il cliente non salda il canone,
«le azioni di recupero, sommate a sanzioni e interessi, sono effettuate dall’Agenzia delle Entrate».
Rimborsi
Il rimborso del canone addebitato ma non dovuto, avverrà dopo le verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate, tramite accredito sulla prima fattura utile o altre modalità,entro 45 giorni.
Autocertificazione
I contribuenti che non possiedono il televisore devono presentare ogni announ’autocertificazione (così come in caso di requisiti per l’esenzione dall’imposta), entro il30 aprile:
·         tramite raccomandata a: Agenzia delle Entrate, Direzione Provinciale 1, Sportello Sat, Corso Bolzano n. 30, 10121, Torino.
·         per Posta certificata a: DP.1TORINO@PCE.AGENZIAENTRATE.IT.
La trasmissione dei dati sugli esenti sarà  trasmessa all’Acquirente Unico in modo da non inserire la quota del canone Rai nella bolletta elettrica.

venerdì 18 marzo 2016

Esenzione IMU: fa fede la bolletta elettrica

Un consumo di energia elettrica praticamente inesistente è un presupposto legittimo per revocare l’agevolazione prima casa: la sentenza.

Per avere diritto all’esenzione IMU sulla prima casa è necessario dimostrare che l’immobile sia adibito ad abitazione principale e a fare fede sono i consumi di energia elettrica, ovvero la bolletta. Dunque non è sufficiente provare la residenza anagrafica ma è necessario dimostrare che in quell’immobile è abitualmente utilizzato dal nucleo familiare.

A ribadirlo è una sentenza della CTR Lombardia, la n. 782/13/2016, che ha legittimato la presunzione di assenza di dimora abituale dall’immobile oggetto di agevolazione basata sugli assetti o troppo esigui consumi elettrici. Nel caso in esame labolletta elettrica rivelava dei consumi notevolmente più bassi rispetto al consumo medio giornaliero unipersonale, in realtà i consumi erano praticamente inesistenti, evidenziando una frequenza ed intensità di utilizzo dell’immobile evidentemente non quotidiano, quale dovrebbe essere la prima casa.
Il consumo medio giornaliero unipersonale viene stimato di kw. 2,00, mentre la contribuente del caso analizzato dalla CTR si collocava a 0,34 kw, consumo che si ritiene sia sufficiente per illuminare appena due lampadine. Insomma si trattava di una condizione decisamente non compatibile con il presupposto di abitazione principale.
Sulla base di tale rilevazione alla contribuente era stato revocato da parte del Comune il beneficio fiscale previsto dall’art. 8, comma 2, del D.Lgs. n. 504/1992 per le prime case. Fatto ritenuto legittimo da parte della Commissione Tributaria Regionale. Ne consegue che anche in caso di esenzione IMU sulle prime case, a fare fede per dimostrare che si tratti o meno di un’abitazione principale possa essere la bolletta elettrica.

giovedì 17 marzo 2016

Bolletta elettrica: nuovi contatori, tariffe e fatture

Cambia la bolletta elettrica grazie ai nuovi contatori intelligenti: fatture basate sui consumi reali e nuove fasce orarie flessibili.
Con la definizione da parte dell’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il sistema Idrico) delle funzionalità dei misuratori smart di seconda generazione, ovvero dei nuovi contatori 2G, prende il via una nuova modalità di fatturazione della bolletta elettrica, basata su misure reali e non più stimate, aggiornamenti quotidiani dei consumi ogni 15 minuti ed energy footprint.

=> Energia per le imprese

Novità che comporteranno benefici anche sul fronte delle procedure di cambio fornitura e voltura, più veloci ed efficienti, e che porteranno al superamento del sistema delle fasce predefinite e alla possibilità di definire nuove offerte con fasce orarie flessibili basate sulle esigenze di consumi individuali, o ancora di definire delle soluzioni prepagate.

Contatori 2.0

I nuovi contatori 2.0 sono misuratori elettronici intelligenti che andranno gradualmente a sostituire quelli attualmente in uso, come previsto dal decreto sull’efficienza energetica (dlgs 102/2014 che recepisce la Direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica), dei quali l’AEEG ha definito, con la 87/2016/R/eel, le caratteristiche minime (modalità di funzionamento e performance) che dovranno essere rispettate dai distributori per sostituire quelli elettronici di prima generazione entro i prossimi 15 anni.

=> Energia: agevolazioni 2016 per famiglie e imprese

Per la telelettura e telegestione, l’AEEG ha previsto due possibili soluzioni di connessione: attraverso la rete elettrica PLC (Power Line Carrier) o radiofrequenza. Definito anche un canale di comunicazione diretto al cliente, oltre al display a bordo contatore, per la trasmissione dei dati ad un dispositivo intelligente che può essere installato in casa.

Sviluppi futuri

Nel prossimo futuro potrà essere definita anche versione 2.1 dei contatori intelligenti, capaci di integrare canali di comunicazione oggi non ancora maturi per la specifica applicazione dei misuratori 2G o non diffusi sull’intero territorio nazionale, come quelli basati su tecnologie wireless (nuova radiomobile dedicata) o wired (fibra ottica).

mercoledì 16 marzo 2016

Parco naturale regionale del Vulture, audizioni in terza Commissione


Ascoltate le associazioni ambientaliste e i sindaci dei Comuni interessati

Sono stati ascoltati dalla terza Commissione consiliare presieduta da Francesco Pietrantuono (Psi) i rappresentanti di Legambiente e del Wwf ed i sindaci di Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rionero in Vulture, San Fele e Bella. In discussione il disegno di legge “Istituzione del Parco naturale regionale del Vulture e relativo ente di gestione”.

L’area del parco è suddivisa in diversi livelli di tutela: nel livello 1 sono compresi territori di elevato interesse naturalistico e paesaggistico con insistente o limitato grado di antropizzazione, il livello di tutela 2 include territori di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale con limitato grado di antropizzazione, a tale livello di tutela sono sottoposte le aree che non rientrano nei livelli di tutela 1 e 3; il livello di tutela 3 racchiude territori di rilevante valore paesaggistico, storico e culturale con elevato grado di antropizzazione, a tale livello sono sottoposti gli ambiti urbani, periurbani ed extraurbani produttivi, individuati nei regolamenti urbanistici vigenti.

“Eravamo favorevoli alla perimetrazione originaria – hanno detto i rappresentati di Legambiente Ferri e De Biase – ma dopo le osservazioni di alcuni sindaci riteniamo che la proposta non abbia più senso. Alcuni Comuni –hanno aggiunto – si gioverebbero solo del marchio ma così come proposto il parco non avrebbe senso dal punto di vista ecologico ed ambientale oltre che economico. Se non si ritorna alla proposta originale degli uffici regionali la nostra associazione esprimerà serie riserve”.

Dello stesso parere i rappresentanti del Wwf  Musacchio ed Agresti per i quali “la proposta degli uffici è stata stravolta dai sindaci. Prima veniva salvaguardata la biodiversità ora si pensa solo all’aspetto vincolistico a danno delle prospettive di reale sviluppo. Chiediamo dunque una perimetrazione più omogenea”.

“La nostra idea –ha detto il sindaco di Barile Antonio Murano – non è quella di essere attori principali di questo progetto ed abbiamo chiesto una diversa perimetrazione perché alcuni territori avevano difficoltà ad inserirsi in modo definitivo. Il parco deve essere un valore aggiunto, è uno strumento utile per il nostro futuro ed abbiamo l’esigenza che parta subito”. “Abbiamo sempre creduto in questo progetto – ha detto il sindaco di Ginestra, Giuseppe Pepice – e tutto il nostro territorio ne fa parte. E’ una opportunità che può essere da volano per la nostra economia e sicuramente se ci fosse stata una perimetrazione più omogenea il risultato sarebbe stato migliore. Bisogna far presto”.

“Abbiamo messo le nostre zone più pregiate – ha detto il sindaco di Atella, Nicola Telesca – e per noi si intraprende un cammino lungo il quale siamo certi di riuscire a convincere anche gli scettici una volta preso coscienza dei risultati che siamo certi verranno”. “Vorrei che si arrivasse subito ad una conclusione – ha detto Livio Valvano, sindaco di Melfi – a prescindere dai problemi che potranno essere risolti in una fase successiva. Propongo però che siano messi dei vincoli di distanza dalle zone industriali”.

“Siamo consequenziali ai nostri impegni –ha detto il vice sindaco di Rionero, Vito D’Angelo – e crediamo in questo parco perché lo consideriamo importante per lo sviluppo dei nostri territori ma abbiamo necessità che si faccia presto”. “E’ un momento storico per la nostra realtà – ha detto Donato Sperduto, sindaco di San Fele -  e crediamo che questo percorso iniziato tanti anni fa vada concluso al più presto. Siamo favorevoli inoltre ad allargare la perimetrazione ad altri Comuni”.

In audizione anche il sindaco di Bella, Michele Celentano, il cui territorio non rientra nella perimetrazione dell’istituendo parco e che ha chiesto “di entrarne a far parte perché lo ritengo un valore aggiunto ed una grande possibilità di sviluppo per la nostra comunità”.

Hanno partecipato ai lavori della Commissione, oltre al presidente Francesco Pietrantuono (Psi), i consiglieri Luigi Bradascio (Pp), Carmine Miranda Castelgrande, Vincenzo Robortella, Roberto Cifarelli e Vito Santarsiero (Pd), Francesco Mollica (Udc), Gianni Leggieri (M5s), Aurelio Pace e Giannino Romaniello (Gruppo Misto), Gianni Rosa (Lb – Fdi).

L.C.

lunedì 14 marzo 2016

venerdì 11 marzo 2016

Bonus Mobili, le agevolazioni 2016


Nel 2016 il Bonus Mobili è raddoppiato: detrazioni IRPEF, interventi agevolabili, requisiti e limiti di spesa.

I soggetti che fruiscono della detrazione fiscale per interventi di recupero del patrimonio edilizio possono accedere fino al 31 dicembre 2016 al Bonus Arredi, per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici da destinare agli immobili ristrutturati. Le giovani coppie che acquistano casa da adibire ad abitazione principale hanno diritto ad un ulteriore bonus.


Bonus Arredi 2016

Il Bonus Arredi consiste in una detrazione IRPEF del 50% sull’acquisto (anche dall’estero) di nuovi mobili o grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni), inclusi trasporto e montaggio. La detrazione, da ripartire tra gli aventi diritto (la detrazione non si trasferisce agli eredi) in 10 quote annuali di pari importo, dev’essere calcolata sull’importo massimo di 10mila euro. Il limite è riferito alla singola unità immobiliare comprensiva delle pertinenze, o alla parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione (in caso di lavori di lavori su più unità immobiliari si avrà diritto a più di un bonus).

Interventi agevolabili

Manutenzione ordinaria sue parti comuni di un edificio residenziale;

  • manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo  su parti comuni di un edificio residenziale e singole unità residenziali;
  • ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati da eventi calamitosi;
  • restauro, risanamento e ristrutturazione di interi fabbricati, eseguiti da imprese e cooperative edilizie che provvedano, entro 18 mesi dal termine dei lavori, alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile.
    Requisiti
    Per ottenere il Bonus Arredi occorre necessariamente fruire della detrazione per interventi di ristrutturazione edilizia (non di riqualificazione energetica), nella propria abitazione o anche solo su parti comuni del condominio: la data di inizio lavori, però, deve essere anteriore a quella in cui sono sostenute le spese. I mobili acquistati possono anche essere destinati anche ad ambienti diversi rispetto a quelli dei lavori (ma restano esclusi quelli sulle pertinenze). Non si accede però al Bonus Arredi se ci si limita ad installare impianti se non sono previsti veri e propri interventi sull’immobile.
    Per ottenere il bonus, serve il pagamento con bonifico bancario o postale completo di causale del versamento, codice fiscale del beneficiario della detrazione e numero di partita IVA o codice fiscale del destinatario del bonifico. È consentito il pagamento anche mediante carta di credito o di debito: in tal caso, la data di pagamento è individuata nel giorno di utilizzo della carta da parte del titolare.
    Bonus mobili per coppie giovani
    La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto un nuovo bonus mobili non vincolato ai lavori di ristrutturazione ma all’acquisto di un immobile da adibirsi a prima casa. La detrazione del 50% sull’acquisto di nuovi arredi (fino a 16mila euro di acquisti) è riservato a coniugi o conviventi da almeno tre anni, in cui almeno uno dei due abbia meno di 35 anni. La detrazione, da ripartire tra gli aventi diritto in 10 rate annuali di pari importo, non è cumulabile con il bonus mobili legato ai lavori di ristrutturazione

domenica 6 marzo 2016

Canone RAI in bolletta, invio dati dai Comuni


Per il corretto pagamento del canone RAI in bolletta i Comuni dovranno inviare i dati delle famiglie anagrafiche, da girare alle imprese elettriche: le anticipazioni dell'Agenzia in audizione alla Camera.


Vengono delineati sempre di più i confini della riforma del canone RAI, che verrà addebitato in bolletta elettrica a partire dal mese di luglio. E per evitare che possano essere commessi errori nell’addebito del canone RAI l’Agenzia delle Entrate ha invitato i Comuni italiani ad inviare i dati delle famiglie anagrafiche.

=> Canone RAI 2016 in bolletta: novità e chiarimenti

Per evitare possibili duplicazioni è cruciale la corretta individuazione della famiglia anagrafica che costituisce di fatto il soggetto passivo del tributo, spiega l’Agenzia in audizione alla Camera. Ma finche non verrà costituita la nuova Anagrafe nazionale della popolazione residente, l’individuazione della famiglia anagrafica risulta particolarmente complessa.
Ecco perché, spiega l’Agenzia, il decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo Economico, di prossima emanazione di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, dovrà prevedere che i Comuni siano tenuti a trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle famiglie anagrafiche, tenute a pagare il canone RAI, secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2016.

=> Canone RAI 2016: domande e risposte

Poi l’Agenzia delle Entrate si occuperà di trasmettere alle imprese elettriche, tramite l’Acquirente Unico Spa e secondo le modalità stabilite con apposita intesa, le informazioni relative a coloro che risultano essere esenti, per aver dichiarato di non essere in possesso di apparecchi televisivi, o perché appartenenti ad una famiglia anagrafica che ha provveduto al pagamento con altre modalità o nella quale è presente un componente esente dal pagamento per effetto di Convenzioni internazionali o perché rientrante in uno degli altri casi previsti dalla legge.

=> Canone RAI in bolletta: come comportarsi

Sarà inoltre necessario che le imprese elettriche tengano traccia delle operazioni effettuate per fornire una rendicontazione all’Agenzia delle Entrate per dare luogo a dei controlli incrociati.

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martedì 1 marzo 2016

Equitalia abbandonerà la riscossione dei "piccoli crediti"


Equitalia potrebbe abbandonare la riscossione dei tributi locali. Di fatto è dal 2012 che i Comuni dovevano provvedere ad affidare ad alcune società private la riscossione delle tasse, ma con diverse proroghe si è giunti al 2016, ultimo anno in cui Equitalia opererà in questo settore.

La riforma infatti prevede che questo tipo di riscossione avvenga tramite società "in house", ovvero interne al Comune oppure tramite soggetti privati.
Ma le amministrazioni comunali finora non hanno provveduto. Adesso, come ricorda laleggepertutti a sbloccare la situazione è un ddl sulle “Misure per il recupero dei crediti insoluti della pubblica amministrazione”: la nuova legge crea una sorta di fase stragiudiziale del recupero crediti affidata a società private. La nuova gestione stragiudiziale del recupero dei crediti varrà solo per le tasse locali di “modesta entità” e il gettito sarà versato direttamente agli enti (nei bilanci natura, anzianità, possibilità di recupero dei crediti).




LINK http://www.ilgiornale.it/news/economia/equitalia-abbandoner-riscossione-dei-piccoli-crediti-1231018.html

8 marzo festa della Donna

Mimosa d’argento, a Brienza (Pz) la testimonianza della Lanzetta


L'Amministrazione Comunale di Brienza Città d'Arte continua il suo percorso culturale con la celebrazione del Premio Mimosa d'Argento in occasione della Festa Internazionale della Donna. L'Evento si terrà sabato 12 marzo alle 19 nella sala dell'ex Refettorio nel Palazzo Municipale voluto dalla Assessore alla Cultura Angela Scelzo e condivisa dall'intera Amministrazione Comunale, coordinata da Giuseppe Semeraro, organizzatore di iniziative culturali e istituzionali. Sul tema "Donne Protagoniste nel Mondo Itinerari di Integrazione e Promozione Culturale" daranno la loro testimonianza il Prefetto di Potenza Marilisa Magno, Maria Carmela Lanzetta già Ministro agli Affari Regionali e Cecilè Kyenge, Deputata al Parlamento Europeo, che riceveranno il riconoscimento "Mimosa d'Argento 2016". Inoltre nel corso della serata, riceveranno lo stesso riconoscimento, anche alcune Donne impegnate nel mondo della Scuola della Comunità Burgentina. La serata, moderata da Antonella Inciso della Gazzetta Mezzogiorno di Potenza, sarà aperta dai saluti istituzionali del Sindaco Donato Distefano, alla presenza di Autorità Civili, Militari e Religiose .


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MIMOSE A SAN FELE