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martedì 29 dicembre 2015

Ddl Ente rifiuti e risorse idriche, sì dell’Aula


Il nuovo ente svolgerà funzioni di coordinamento, alta vigilanza, programmazione e indirizzo in materia di risorse idriche e rileverà i compiti svolti dall’ex Aato idrico e quelli svolti dall’ex Aato rifiuti:  Forum by e-mail di San Fele24ore Tu che ne pensi? . Ditelo a movimentopensionati@iuniscuola.it 

(ACR) - Il Consiglio regionale ha approvato, oggi, a maggioranza (con 14 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Ri, Pdl-Fi e Psi; 2 voti contrari di M5s; 2 astensioni di Gm) un disegno di legge che istituisce l’Ente di governo per i rifiuti e le risorse idriche della Basilicata (Egrib).

Il nuovo ente svolgerà funzioni di coordinamento, alta vigilanza, programmazione e indirizzo in materia di risorse idriche e rileverà i compiti svolti dall’ex Aato idrico in materia di servizio idrico integrato e quelli svolti dall’ex Aato rifiuti in materia di gestione integrata dei rifiuti. Organi del nuovo ente l’Assemblea (composta dai sindaci, dai presidenti delle Province e dal presidente della Regione) e il suo presidente, l’amministratore unico e il revisore unico. L’Egrib è articolato in dipartimenti, con separazione dell’attività di programmazione e realizzazione degli investimenti da quelle relative alla gestione dei servizi allo stesso ente affidati, secondo il principio dell’autonomia nella gestione delle risorse finanziarie.

Nel dibattito sul provvedimento sono intervenuti i consiglieri Santarsiero e Cifarelli (Pd), Mollica (Udc), Rosa (Lb-Fdi), Romaniello (Gm) e Napoli (Pdl-Fi).

L’Assemblea ha, poi, approvato a maggioranza (con 16 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Ri, Udc, Pdl-Fi, Psi e del consigliere Pace del Gruppo misto; 3 astensioni di M5s e del consigliere Romaniello del Gruppo misto) un ordine del giorno collegato, proposto da Cifarelli e Mollica, che impegna la Giunta regionale, in attesa della riorganizzazione degli enti idrici e dell’Eipli in particolare, a procedere alla convocazione dell’assemblea della società Acqua spa per la nomina di un amministratore unico “da reclutarsi verosimilmente tra il personale dirigente regionale onde addivenire all’azzeramento degli emolumenti connessi alla carica”, e di proporre una modifica statutaria per portare da cinque a tre componenti del Collegio sindacale. L’odg impegna inoltre la Giunta “a favorire intese fra Acqua spa e Consorzio di bonifica, società in house della Regione Basilicata, Enti regionali, nonché con la Regione stessa per avviare percorsi di collaborazione sinergica per la realizzazione delle rispettive finalità statutarie”.

Sempre a maggioranza (con 16 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Ri, Udc, Pdl-Fi, Gm e Psi; un’astensione di M5s) è stato approvato un altro ordine del giorno collegato, proposto da Napoli (Pdl-Fi), che impegna il Presidente e la Giunta regionale “ad operare, nell’ambito della ristrutturazione della governance del ciclo dell’acqua che sottende all’istituzione dell’Egrib, una netta distinzione tra le funzioni di programmazione e realizzazione degli investimenti necessari all’ammodernamento delle infrastrutture idriche e le funzioni di gestione ordinaria del servizio idrico e, per l’effetto, disporre la separazione tra le risorse destinate a spese correnti e quelle per investimenti”. Con il documento, inoltre, si chiede l’impegno “a programmare investimenti relativi all’ammodernamento delle infrastrutture del sistema idrico regionale (opere deputate alla captazione e all’accumulo dell’acqua e alla distribuzione della stessa) per restituire efficienza all’intero ciclo dell’acqua, valorizzare le risorse idriche regionali, garantire la salubrità dell’acqua erogata ed abbassare il costo del servizio a carico dei cittadini; a predisporre un piano industriale comprendente l’intero ciclo del sistema idrico integrato, finalizzato all’efficientemente gestionale e alla riduzione delle tariffe a carico dei cittadini; a sopprimere o riformare gli attuali soggetti che, a diverso titolo hanno competenze nell’attuale gestione della risorsa idrica e, per effetto della suddetta ristrutturazione, incompatibili con la nuova governance del sistema”. Richiesto, altresì, l’impegno “ad introdurre nell’Accordo di Programma, che a breve verrà rinnovato con la regione Puglia, criteri contrattuali di natura privatistica volti al ripristino della sinallagmaticità delle prestazioni, con particolare riguardo alla quantità di risorse idriche erogate, al prezzo e alle modalità di pagamento delle stesse; a destinare, laddove possibile, parte delle risorse rinvenienti dalla gestione virtuosa del ciclo dell’acqua e dalle tariffe pagate dai cittadini come corrispettivo per la fornitura di acqua, per finanziare studi e ricerche dirette ad esaminare i possibili impatti ambientali derivanti dall’attività di captazione ed accumulo delle acque; a sostenere investimenti diretti a favorire una maggiore efficienza energetica degli impianti di sollevamento e di pompaggio, al fine di ridurre i costi energetici degli stessi, garantirne una maggiore sostenibilità ambientale e mitigare gli effetti negativi della conformazione orografica della nostra regione”.

sabato 26 dicembre 2015

Marilisa Magno nuovo Prefetto di Potenza da gennaio 2016


Arriva a Potenza il nuovo prefetto. Si tratta di Marilisa Magno che subentrerà ad Antonio D’Acunto nominato prefetto di Ancona. Nata ad Empoli nel lontano novembre 1956.Attualmente rivestiva la funzione di direttore centrale per le risorse umane presso il Dipartimento Vigili del fuoco. 

Nel dicembre 2014 fu nominata dall’allora prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, componente-relatrice della commissione di indagine incaricata dell’attività di accesso e accertamento presso il comune di Roma nell'ambito del filone mafia capitale.la Magno nelle vesti di relatrice che in 834 pagine, illustrò la condizione di disagio evidenziatasi nel Comune di Roma. Proprio la Magno nella relazione consegnata all’attuale Prefetto di Roma Gabrielli, segretata e poi desegretata, parlando del Comune di Roma scriveva ” il sodalizio ha costituito quello che i pubblici ministeri definiscono un capitale istituzionale alimentato da un imponente circuito corruttivo consistente in un articolato sistema di relazioni arrivato a coinvolgere i vertici delle istituzioni locali, grazie al quale ottenere appalti o accelerare pagamenti o comunque individuare fonti di arricchimento in favore delle aziende controllate e realizzare cosi ingentissimi guadagnai”.La stessa Magno pare fosse tra quelli favorevoli allo scioglimento del comune di Roma. Nel 2013, precisamente il 26 ottobre, le fu conferita la cittadinanza onoraria di Mazzara del Vallo come prefetto di Trapani per le su qualità istituzionali nel collaborare in maniera stretta tra i vari comuni della zona alla lotta alla criminalità ma anche per sollecitare tra i vari enti istituzionali del luogo una maggiore collaborazione per le sviluppo sociale ed economico dei territori. 

FONTE

Comune di San Fele. Nominato il nuovo “Responsabile della Prevenzione della Corruzione”


lCon Decreto sindacale del 23/12/2015 è stata nominato il “Responsabile della Prevenzione della Corruzione” ai sensi della  LEGGE 6 novembre 2012, n. 190 la dott. ssa Emira  Rita Iannicelli  segretario Comunale del Comune di  SanFele a tempo.

IL GRUPPO SENIOR IN PIAZZA AUGURA AL NUOVO RESPONSABILE  BUON LAVORO!!!

ECCO IL DECRETO:




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>ALBO PRETORIO COMUNE DI SAN FELE, RIGORE E TRASPARENZA









Le principali finalità dello IUniScuoLa



IUniScuola -Associazione ” Istruzione Unita Scuola”- è un'organizzazione di docenti, A.T.A e Dirigenti Scolastici (art.5 dello Statuto), "pluralista e indipendente"; la sua sede principale è a Milano, ma opera su tutto il territorio nazionale. 

Le principali finalità dello IUniScuoLa sono

o la valorizzazione della scuola pubblica e la realizzazione del diritto allo studio; 

o favorire l’autonomia degli istituti scolastici, contribuendo a rendere più funzionali gli organismi rappresentativi; 

o rappresentare e tutelare sul piano professionale, sindacale e culturale, il personale della scuola italiana; 

o difendere la libertà e la laicità dell’insegnamento; contribuire ad affermare la dimensione europea dell’istruzione. 

La comunicazione scolastica web, spesso rivolta ad un target molto ben definito , in http://iuniscuolaitalia.blogspot.it/ sito web dell'Associazione) si sveste di pretese parziali, per parlare -e raccontare- a tutti la scuola, con i suoi limiti, le sue precarietà, le risorse, le carenze strutturali. Il sito è estremamente ricco di informazioni, aggiornate quotidianamente, in una veste grafica e strutturale fruibile e moderna. 
L'informazione sull'attualità, molto curata, è ben bilanciata ad una sezione "documenti" dedicata alle iniziative di carattere operativo-politico dell'Associazione IUniScuoLa. 

Il linguaggio e il taglio comunicativo è a 360° gradi, profondamente laico e pluralista.

Sito web dello  IUniScuola: LA VOCE DELLA SCUOLA WEB

venerdì 25 dicembre 2015

Il futuro è sociale: le proposte del Terzo Settore per dare forza al welfare

Presentato a Bologna  il #futuroèsociale: il Manifesto del Forum Terzo Settore per dare forza al welfare

Dove c’è più welfare c’è più crescita e sviluppo. E’ questo il significato profondo dell’azione #ilfuturoèsociale, lanciata dal Forum Terzo Settore per promuovere, attraverso un  articolato Manifesto di proposte, il confronto con il Governo, le Istituzioni locali e gli altri attori sociali su alcuni temi chiave per lo sviluppo del nostro  welfare.
Dopo il lancio a  Roma lo scorso 3 novembre e le tappe a  Milano e Torino, la Campagna è approdata anche nel capoluogo emiliano con una conferenza stampa promossa da Forum Terzo Settore Emilia Romagna e coordinamento regionale dell’Alleanza contro le povertà per presentare e discutere il Manifesto del Forum e la proposta del Reddito di Inclusione Sociale (Reis) promossa dal cartello dell’Alleanza. Presente all’incontro anche Maura Forni, responsabile del Servizio Coordinamento Politiche Sociali e Socio Educative della Regione Emilia-Romagna, a segno dell’importante cammino intrapreso dalla nostra Giunta e della consolidata collaborazione tra Regione e forze sociali per ridurre le disuguaglianze  promuovere una società più coesa.
“Il tema del welfare e del benessere della persona e delle famiglie è un tema complessivo, che necessita, ancor più che di un investimento economico, di un forte investimento politico a tutti i livelli – ha sottolineato il Portavoce del Forum Terzo Settore Emilia Romagna, Luca De Paoli – Da qui l’importanza di promuovere e lanciare il nostro Manifesto sul welfare anche a sui territori per fare sistema, e creare un forte collegamento tra il livello nazionale e quello locale. Perché solo così si può intervenire con forza contro le disuguaglianze”.
Tanti i temi al centro del Manifesto e tante le connessioni con le azioni e le proposteportate avanti a livello regionale dal Forum Terzo Settore. Dall’importanza di investire sull’infanzia e sull’adolescenza, per promuovere l’inclusione a partire dalle generazioni future; all’integrazione e alla promozione dei diritti dei cittadini stranieri e delle seconde generazioni;  al sostegno alla non autosufficienza dove le organizzazioni del terzo settore giocano un ruolo sempre più fondamentale per dar risposta ai bisogni dei cittadini; fino al tema inclusione sociale e socio-lavorativa dei soggetti più deboli.
Un aspetto  questo ripreso anche da Walter Raspa, Presidente Regionale delle Acli e Portavoce del Coordinamento “Alleanza contro le povertà dell’Emilia Romagna”, che ha illustrato la proposta del Reis (Reddito di inclusione sociale), portata avanti dal cartello dell’Alleanza per dar vita a un piano nazionale strutturato contro le povertà  mirato a promuovere una piena inclusione sociale dei soggetti più deboli, creando, dove possibile, le condizioni per l’inserimento nel mercato del lavoro e promuovendo percorsi di supporto attraverso la sinergia con i Servizi e i soggetti del terzo settore che operano nei territori.
Un obiettivo ambizioso rispetto al quale, come sottolineato da Raspa, “tutti gli attori sociali, terzo settore, sindacati, cittadini e naturalmente, in primis, le Istituzioni locali, sono chiamati a fare  fronte comune e ad agire in sinergia, connettendo le risorse esistenti”. E su questo la Regione Emilia Romagna ha già intrapreso un cammino importante prima con la Legge Regionale su lavoro e inclusione sociale, che, attraverso l’integrazione dei servizi attivi sul territorio, punta a sostenere i soggetti più fragili perché possano uscire dalla loro condizione di vulnerabilità, e poi con l’importante stanziamento di 15 milioni di euro nel Bilancio di previsione 2016proprio per il contrasto alle povertà, che andranno a integrare gli impegni assunti dal Governo su questo tema nel disegno di legge di stabilità, ampliandone le categorie beneficiarie e sostenendo le situazioni di povertà assoluta.
“Le nostre priorità per il primo semestre del nuovo anno sono proprio queste – ha sottolineato Maura Forni – la definizione delle modalità di attuazione del piano per il contrasto alle povertà e l’attuazione della legge quadro su inclusione e lavoro.  A queste si aggiunge la definizione di un nuovo Piano sociale e sanitario regionale, dal momento che quello attuale è stato elaborato prima della crisi ed è fondamentale aggiornarlo  a fronte degli enormi cambiamenti sociali e socio-economici che hanno caratterizzato questi anni”.
Impegni rispetto ai quali sarà fondamentale l’apporto, il confronto e la collaborazione con il terzo settore, i sindacati e gli altri attori sociali e socio-economici del territorio. Ma anche, ha sottolineato Maura Forni, “l’apporto del terzo settore operativo”, in grado di promuovere nel nostro territorio grande innovazione, dando voce ai cittadini e promuovendo la loro partecipazione attiva.
E proprio i cittadini sono stati protagonisti del flash mob #ilfuturoèsocialerealizzato da Forum a Porta Lame per dar voce a chi ogni giorno si impegna e partecipa per  un Paese più giusto e solidale; a chi crede che fiducia e voglia di investire sul futuro ripartano se si realizza una rete di politiche e servizi per l’infanzia, gli anziani, le famiglie, per la lotta a ogni forma di esclusione e povertà.
>> La galleria fotografica del flash mob è online sulla pagina facebook del Forum
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.705403629560636.1073741836.423972291037106&type=3

FONTE FORUM TERZO SETTORE

martedì 22 dicembre 2015

27 dicembre 2015 CENA SOCIALE

RICEVIAMO DALL'ASSOCIAZIONE LA STRADA DEI FIORI E VOLENTIERI DIFFONDIAMO

A.A.A CERCASI CANDIDATO SINDACO CITTADINO EUROPEO PER SAN FELE

                                                              AVVISO

STRASBURGO.CERCASI CANDIDATO SINDACO CITTADINO EUROPEO PER SAN FELE




sabato 19 dicembre 2015

Incontro - dibattito su Reddito Minimo-lavoro e politiche industriali

RICEVIAMO E VOLENTIERI DIFFONDIAMO

NOTA SULL' INCONTRO - DIBATTITO SU REDDITO MINIMO, LAVORO E POLITICHE INDUSTRIALI.
Nell'iniziativa tenutasi ieri al Cafè Blues, promossa dal Consigliere Regionale del Gruppo Misto Giannino Romaniello in collaborazione con il nostro gruppo consiliare "L'Alternativa", si è discusso di reddito minimo d'inserimento e di lavoro e politiche industriali.
I lavori sono incominciati con i miei saluti e la mia introduzione con la quale ho spiegato cosa tratta il provvedimento approvato lo scorso aprile dalla Giunta Regionale di Basilicata e per il quale, i soggetti che rientrano nelle categorie indicate nel relativo bando, hanno potuto presentare domanda entro settembre 2015. In pratica il reddito minimo ha il fine di individuare una misura di sostegno economico associata a forme di lavoro di pubblica utilità per i cittadini a forte disagio sociale e per chi ha perso il lavoro. I destinatari verranno appunto utilizzati per svolgere attività a beneficio delle comunità per la quale si risiede. Quindi è obbligo dei Comuni presentare i progetti (entro il 15 gennaio 2016) e naturalmente la qualità del progetto farà la differenza.
A seguito del mio intervento è arrivato quello del Consigliere Romaniello che è entrato più nel merito della questione illustrando con degli esempi i requisiti di partecipazione al programma ma facendo osservare anche che alcune condizioni sono limitative e poco chiare. Inoltre afferma che non si è pensato a questo strumento come rimedio alla mancanza di lavoro, ma inizialmente e in via sperimentale, è indirizzato all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale. Da qui poi il discorso si è collegato alle politiche industriali regionali.
Sono intervenuti anche gli altri consiglieri comunali dell'Alternativa,Vittorio Faruolo e Vitantonio Carriero, che hanno espresso la loro sull'idea di reddito minimo, evidenziando anche molte criticità, per poi commentare la situazione relativa ai vari settori imprenditoriali in Basilicata.
Inoltre hanno contribuito alla discussione alcuni cittadini.
In breve questi sono i temi trattati. 
Buona presenza di pubblico tra cui molti giovani.
Conclusioni: personalmente credo che, a prescindere dall'argomento, dove c'è dibattito e confronto è sempre positivo. Serve la partecipazione attiva della gente nella politica e con la politica. 
Basta agli inciuci dei soliti pochi. Basta con i soliti teatrini di corte. C'è bisogno di "alternativa"!







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giovedì 17 dicembre 2015

A Candaratë


            RICEVIAMO E VOLENTIERI  PUBBLICHIAMO
di Pietro Fasanella San Fele, 6 dicembre 2015


A Candaratë  era un metodo di conservazione sotto sale della carne di maiale, carne che costituiva il piatto tipico dei “poveri”, e non solo, perché utilizzava le parti meno nobili del suino e cioè rë spangèddë (le costole), u vuccularë (la parte formata di grasso e di cotenna pendente tra il collo e la gola, chiamata anche guanciale), a cotëchë (la cotenna), i piedi, rë vrécchjë (le orecchie).
            I veri poveri non erano in condizione di fare neanche a candaratë.
            Fino agli anni '70-'80 del secolo scorso nelle case, specialmente in quelle dei poveri, si faceva appunto uso della candaratë.
            Bisogna  ricordare al lettore che il maiale allevato era la “ricchezza” della famiglia per un intero anno, in quanto assicurava il salame (salsiccia, soppressata, cotechino), il prosciutto, il lardo, la sugna che si conservava nelle vesciche, il sanguinaccio, ecc, ecc. Insomma del maiale non si buttava nulla. Finanche le setole venivano utilizzate dai calzolai o servivano per fare i pennelli.
            Nelle famiglie numerose talvolta si piangeva di più per la morte del maiale che per quella di una persona cara.
            Le costole, il guanciale (grasso venato di magro), la cotenna, le orecchie venivano ripuliti del grasso in eccesso che c'era intorno e crudi venivano messi, a pezzi non molto grandi, nella sërólë che era un vaso abbastanza capiente di terracotta il quale veniva utilizzato anche per la conservazione dell'olio, della salsiccia nella sugna, dei peperoni sott'aceto.
            Quindi la sërólë, o cantaro, donde il nome candaratë era il recipiente usato per la conservazione dei pezzi sopra citati.
            Per inciso, si deve precisare che i cantari nel periodo romano venivano usati come ornamento dei giardini.
            La conservazione, in particolare, avveniva in questo modo: si faceva uno strato di sale grosso dello spessore di un dito e sopra si metteva uno strato di carne, ricoperto da un altro abbondante strato di sale. In altri termini, si faceva na fëlérë di sale e una di carne. Una volta completato il riempimento u vasë dë crétë si chiudeva con un coperchio o un mattone pesante ed iniziava la stagionatura. La salatura doveva essere giusta, né eccessiva, né scarsa. Bisognava perciò essere esperti dell'operazione, perché se si faceva uso di poco sale si correva il rischio che i pezzi diventassero arangëtë, cioè rancidi e perciò non commestibili.
            La durata della stagionatura era variabile e poteva durare anche alcuni mesi.
            Durante la conservazione, all'occorrenza, si prelevavano dalla sërólë i pezzi che necessitavano, si mettevano a curare nell'acqua per qualche giorno, si lavavano per bene e si cucinavano.
            Una minestra con i cavoli conditi con cotenna, o guanciale, o costole era una vera squisitezza. Un piatto di pasta condito con ragù a base di cotenna o costola costituiva una pietanza appetitosa e ricca di calorie.
            Un'altra pietanza “povera” si preparava con l'acciatë. Il lardo tritato e mescolato con l'aglio, il prezzemolo, il pomodoro o la salsa era l'ingrediente fondamentale per preparare un ragù che era una vera delizia e che non aveva nulla a che vedere con il sughetto di aglio, olio e peperoncino dei nostri giorni.
            Dopo il prelievo di qualche pezzo si doveva usare l'accortezza di coprire bene con il sale le parti rimanenti.
            Una variante della  candaratë era la conservazione delle costole nella sugna.
            Le costole, dopo una salatura di 6-7 giorni, si lavavano e, appese, si mettevano ad asciugare. Dopo l'asciugatura si mettevano a bollire per pochi minuti fino a far fondere il lardo in sugna ed in essa si conservavano nel recipiente. La conservazione era perfetta e non aveva nulla da invidiare al sottovuoto in plastica dei giorni nostri. All'occorrenza si toglievano dei pezzi dalla sugna e si mettevano a cucinare.
            Lo scrivente ricorda, con tanta nostalgia,  rë spangèddë che sua madre contadina cucinava con la ciambottë (pietanza i cui ingredienti erano peperoni, zucchini, pomodori e cipolle). Le costole, così cucinate, erano una vera ghiottoneria, forse perché allora la fame era tanta e c'era poco da mangiare.
            I piedi venivano curati come il lardo. Dopo la stagionatura venivano appesi e usati al momento opportuno. Anche i piedi, cucinati con la verdura, erano una meraviglia.
            Oggi i tempi sono cambiati, ma in peggio. Non si fa più ricorso alla candaratë perché i maiali si macellano tutto l'inverno (nel passato solo verso Natale) e quindi si ha la possibilità di usare carne sempre fresca o, in alternativa, costole, cotenne ecc  si congelano.
            Nelle macellerie la cotenna e il guanciale vengono forniti gratuitamente.
            Non si fa più a candaratë anche perché il grasso del maiale è stato demonizzato in quanto provoca l'aumento dei lipidi nel sangue, l'aumento del colesterolo, l'”intasamento” delle vene. Insomma il grasso è ormai il nemico dell'organismo.
            Sull'onda di questa demonizzazione le persone, dopo la macellazione del maiale si disfanno di tutte quelle parti che erano alla base della candaratë. Il sottoscritto ricorda che i suoi zii portavano o pandónë decine e decine di chili di lardo, di cotenna, di guanciale che venivano poi consumati da lupi e volpi.
            É vero che la situazione è diversa. Però c'è un filo invisibile che collega il presente al passato e attraverso questo filo è possibile rivisitare a candaratë , riscoprire i sapori e piatti di una volta, continuare le tradizioni. Non occorre una vasta cultura o una spiccata intelligenza per conservare, come una volta, alcune parti del maiale, ma buona volontà e buon senso, soprattutto quello della misura. Anzi oggi sarebbe più facile di una volta fare a candaratë . Non occorre più a  sërólë dal fondo consumato dal sale. Basta una piccola damigiana di vetro dal collo largo che permette il passaggio della mano e quindi della carne.
            Si ringraziano di cuore due arzille e simpatiche “ragazze” ultranovantenni (Filomena Calabrese ed Agnese Di Giacomo) dotate di memoria di ferro, di affabilità e di buona parlantina, le quali hanno fornito al sottoscritto, con dovizia di particolari, le notizie relative alla  candaratë.




mercoledì 16 dicembre 2015

Commento del Consigliere Vitantonio Carriero


[Ieri, consiglio comunale ].
Pochi i punti all'ordine del giorno: 
1) Adesione a centrale Unica di Committenza. L'amministrazione aveva fretta di aderire poiché obbligata dalla legge ...ma non cambia nulla.
2) Comunicazioni del sindaco. Le comunicazioni riguardavano essenzialmente due punti: l'adesione all'associazione Borghi d'Italia e l'eventuale stipula della convenzione con il CNR. Relazione del sindaco? Lasciamo stare, ha solo detto che ci assoccieremo dimenticando, come sempre, di dire il perché. Ovviamente non abbiamo bisogno di sapere da Sperduto né che cosa è l'associazione borghi di Italia nè se convenga associarci con loro nè, tanto meno, per farci che cosa ma ci sarebbe piaciuto che lo avesse detto a noi ed al pubblico (temo non lo sappia bene neanche lui ma non ne ho la certezza...). Sulla stipula della convenzione con il CNR Sperduto (dopo le rimostranze di Michele Sperduto e l'articolo sul giornale di ieri si è affannato subito a dire che la convenzione è solo una bozza e che non c'è niente di reale. Certo ci sarebbe da domandare: se non c'è niente di reale la bozza perché è stata scritta e perché l'argomento (anche se in forma di comunicazione), è stato portato in consiglio? Forse per sprecare carta e tempo? La discussione è proseguita poi con il nostro intervento sulla inopportunità di fare convenzioni di questo tipo. La replica è stata fatta dall'assessora Pascale. Ovviamente non condivido quello che la Pascale ha detto ma che almeno si sia sentita in dovere di rispondere, la prendo come una buona notizia (sigh). 
3) Interrogazione mia su stato attuazione regolamento urbanistico. Risposta del sindaco: siamo pronti e nel prossimo mese convocheremo la conferenza di servizio. Mia controreplica: spero sia veramente così. Già l'anno scorso alla stessa interrogazione mi era stato detto che nell'arco di 3 mesi sarebbe stato approvato il regolamento urbanistico ed è passato un anno. Spero questa sia la volta buona ma l'esperienza mi insegna ad andare cauto con le promesse "sperdutiane".
4) Interrogazione consigliere Faruolo su trasporto pazienti centro AIAS. Il servizio è stato interrotto ma c'è la volontà unanime del consiglio di cercare una soluzione.
Il consiglio è finito e tranne per l'ultimo punto, l'ho trovato di nuovo abbastanza inutile, del perché ho già detto di recente ed è inutile ripetere sempre le stesse cose.
Siamo arrivati presto ieri al consiglio.Erano le 15 o poco più ed eravamo presenti solo noi consiglieri di opposizione. Nell'attesa ho fatto un giro per le stanze dell'ex asilo ed ho trovato una parte dell'archivio storico del comune di San Fele; una parte consistente e relativa agli anni 20 e fino agli anni 70 del secolo scorso. Era là per terra, ammassato alla rinfusa o racchiuso in sacchi di plastica come se fosse cartaccia inutile, dimenticata e dimenticabile anche da chi aveva il dovere di custodirla. Come se non fosse una parte della nostra storia, come se non appartenesse alla nostra identità (quella stessa identità della quale solo qualche giorno fa Sperduto s'era vantato di voler preservare in un artico su basilicatanet). Temo che anche anche in questo caso come per l'associazione borghi d'Italia Sperduto non sappia bene di che parla. Allego alcune foto dell'archivio. Ne ho fatte molte di più e spero di pubblicarle in seguito, saranno peraltro inviate anche alla Soprintendenza Archivistica per la Basilicata (dopo che avrò finito di litigare con il cellulare ed il bluetooth magari).

lunedì 14 dicembre 2015

Il Pacchetto Sud nella Legge di Stabilità 2016

Credito d'imposta per le imprese nel Mezzogiorno modulato in base alle dimensioni aziendali, monitoraggio risorse per valutare sgravi assunzioni: il pacchetto Sud nella Legge di Stabilità 2016.


Credito d’imposta automatico per gli investimenti in macchinari, mentre sul fronte della decontribuzione per i neo assunti a tempo indeterminato, è tutto rinviato: sono i contenuti fondamentali del pacchetto Sud, in base agli emendamenti approvati in commissione Bilancio alla Camera della Legge di Stabilità. Visti i tempi ormai relativamente stretti di approvazione della manovra, sembra molto probabile che le modifiche siano definitive. Vediamo con precisione cosa prevedono gli emendamenti.

Innanzitutto, dal 2016 le imprese del Sud avranno un credito d’imposta automaticoper investimenti in beni strumentali nuovi (macchinari, impianti, attrezzature), anche mediante contratti di locazione finanziaria. La struttura produttiva a cui sono destinati gli investimenti deve trovarsi, o venire realizzata, in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, oppure nelle zone assistite delle regioni Molise, Sardegna e Abruzzo. Il credito d’imposta è riconosciuto nella seguente proporzione: 20% per le piccole imprese, 15% per le medie imprese, 10% per le grandi imprese. L’agevolazione è prevista fino al 2019, quindi per quattro anni.
L’entità dipende dalla spesa complessiva, con i seguenti limiti massimi per ciascun progetto: 1,5 milioni di euro per le piccole imprese, 5 milioni di euro per le medie imprese, 15 milioni di euro per le grandi imprese. Questo tetto si calcola dopo gli ammortamentidedotti nel periodo d’imposta, ad esclusione di quelli relativi ai beni che formano oggetto dell’investimento agevolato. Nel caso in cui si tratti di una locazione finanziaria, si considera il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni, che non comprende le spese di manutenzione.
Il credito d’imposta non si applica ai seguenti settori: industria siderurgica, carbonifera, costruzione navale, fibre sintetiche, trasporti e relative infrastrutture, produzione e distribuzione di energia e infrastrutture energetiche, settore creditizio, finanziario e assicurativo. Non è cumulabile con aiuti de minimis o altri aiuti di stato.
La domanda va presentata all’Agenzia delle Entrate, con modalità e tempi che saranno definiti da apposito provvedimento entro 60 giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di Stabilità. Il credito d’imposta si utilizza esclusivamente incompensazione, a decorrere dal periodo d’imposta in cui è stato effettuato l’investimento, e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e in quelle relative ai periodi d’imposta successivi, fino a quando se ne conclude l’utilizzo.
Previste una serie di nome per impedire comportamenti scorretti da parte delle imprese. Si perde il diritto all’agevolazione nei seguenti casi: se il bene agevolato non entra in funzione entro due anni, se entro cinque anni viene ceduto a terzi, destinato a finalità estranee all’esercizio dell’impresa, destinato a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione. Dunque, in tutti i casi in cui si acccerta l’indebito utilizzo dell’agevolazione, l’Agenzia delle Entrate procede al recupero di quanto dovuto, maggiorato di interessi e sanzioni.
A questa misura sono destinati in totale 2,4 miliardi di euro, circa 619 milioni per ogni anno dal 2016 al 2019. Per quanto riguarda invece l’attesa proposta di prolungare ladecontribuzione sulle nuove assunzioni al 2017, l’emendamento prevede semplicemente un monitoraggio attento delle risorse disponibili, per valutare la possibilità di proroga al 2017 e anche l’eventuale incremento dell’agevolazione per le imprese del Sud, rispetto al 40% previsto per la totalità delle imprese

lunedì 7 dicembre 2015

IL SINDACO IDEALE PER SAN FELE

HANNO SCRITTO:
                                               

«In primo luogo il sindaco deve essere una persona che è vicina ai cittadini perché è tutti i giorni con loro: li ascolta, risponde celermente alle loro lettere, dialoga e incontra tutti. Al secondo posto si vuole un primo cittadino che in qualche modo sia “la città”. Nel suo sindaco la città deve potersi riconoscere, deve individuare la persona che sintetizza le dinamiche culturali, sociali e ideali locali. Terzo fattore è quello del farsi rispettare, dell’autorevolezza. Altro elemento è il ruolo del “team” che affianca il primo cittadino. In questa esigenza non c’è la negazione del ruolo della società civile, bensì la consapevolezza che la complessità del governo locale, con le molteplici funzioni che deve svolgere un Comune, abbisogna di un sindaco al passo con i tempi, supportato da persone in grado di rispondere ai bisogni e alle aspettative della città (Dirigente Ufficio Istituzionale e Finanziario e Tecnico, segretario, commissioni ed esperti). »

«Ma quale potrebbe essere il profilo del “Sindaco ideale”? 
Non certo uno che si lamenta che i cittadini pagano poche
tasse. Il primo cittadino, e non per nulla si chiama così,
è quello che si mette in moto per primo, per ottimizzare 
le risorse esistenti e per cercare di procurarsi finanziamenti  
e contributi, agendo in modo sistematico e intelligente,
circondandosi di uno staff che persegue lo stesso scopo»


sabato 5 dicembre 2015

SCADENZE FISCALI DICEMBRE 2015

Tasse sulla casa (IMU, TASI e TARI, in molti Comuni), IVA, IRPEF e non solo: tutte le scadenze fiscali che attendono i contribuenti nel mese di dicembre

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Scadenze fiscali divise per mese

giovedì 3 dicembre 2015

Sotto L'Albero...Aspettando Natale

SAN FELE PIAZZA GARIBALDI
RICEVIAMO E VOLENTIERI DIFFONDIAMO EVENTO


Il primo viaggio a Roma in pulman

 Dal diario di Odo Spadazzi
L'anno 1964 la Diocesi di Muro Lucano fece disputare tra l'azione cattolica di Muro Lucano, Bella, San Fele, Ruvo Del Monte e Rapone una gara canora che si tenne nella piazza dei Monaci di Muro Lucano e come premio c'era un viaggio a Roma. L'azione cattolica di San Fele vinse il primo premio con una quadriglia paesanaq, suonata con un organetto a bocca da Donato Faggella ( barbiere) e cantata da Cesare Santoro ( fratoscia ). Per molti di noi, per me di sicuro, fu il primo viaggio a Roma in pulman e ricordo che passammo una meravigliosa giornata con gli amici: Eduardo Orlandino, Michele Tarangioli, Peppino Castellano, Michele Pinto, Paosa giornatasquale Di Leo, Antonio Zupa, Peppino Tronnolone, Antonio Pulone, Donato Fasanella,


Peppino Zupa, Abarno, Giovanni Radice, Nino Pecora, Don Giustino Daddezio, Donatantonio Caggiano, Pasquale Caroppo, Franco Pascale, (?), Lucio Di Napoli, Stefano Donofrio, (?), Mimì Pulone, (?), Pasquale Girardi, Felice Di Giacomo, Girardi Vincenzo e Donato Ticchio.
Dopo tanti anni ho ritrovato, nel mio archivio due foto di questo viaggio. Oggi le pubblico in ricordo di chi purtroppo non c'è più, ma sicuramente sempre nella mia mente: Peppino Zupa, Giovanni Radice, Donato Ticchio, Peppino Tronnolone, Donato Fasanella, Michele Tarangioli, Peppino Castellano e Michele Pinto.

martedì 1 dicembre 2015

BARILE:“Vinandum. Scenari di vini”

Si svolgerà il 5 dicembre a Barile, presso il Largo Steccato, la seconda edizione di “Vinandum. Scenari di vini”. La manifestazione, definita un'alchimia di emozioni, è organizzata da Prometa servizi in collaborazione con l'amministrazione comunale. 

L'inaugurazione della seconda edizione si terrà alle 17 presso la sala consiliare Don Domenico Telesca alla presenza delle autorità, dei rappresentanti delle istituzioni pubbliche locali e regionali e dell’associazionismo locale. Alle 17,15, presso Largo Steccato, verranno aperti gli stand di prodotti tipici. Arianna Greco metterà insieme vino, arte e poesia con la performance, e la mostra permanente, intitolata “L'Arte Enoica, l'arte di dipingere col vino!”

Dalle 18 inizieranno i laboratori. Si partirà con quello rivolto ai bambini sul ciclo della vite e del vino. Alle 19, per gli adulti, si passerà a qualcosa di più impegnativo con il laboratorio “Dalla Magna Grecia ad oggi, un rosso dal sapore intenso”. La chiusura sarà affidata al concerto della Corale Vulturis Cantores di Barile, con al pianoforte il maestro Sergio Paciello. 

Intanto il 3 dicembre, presso l'Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Barile, alle 9,30, 

Letizia Tomasiello, sociologa dell'associazione Insieme Onlus di Potenza, incontrerà gli alunni per un progetto di sensibilizzazione al consumo consapevole e responsabile dell'alcol. Info sul sito ufficiale www.vinandum.it 

domenica 29 novembre 2015

Agricoltura: 20mila posti di lavoro per le nuove generazioni nelle campagne italiane

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Ci sono opportunità di lavoro nell’ agricoltura italiana per almeno 20.000 giovani con l’approvazione da parte della Commissione Europea di tutti i Piani di sviluppo rurale presentati dall’Italia. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che con il via libera comunitario prende finalmente il via un volano economico di quasi 21 miliardi di Euro fino al 2020 per le campagne con interventi regionali a sostegno non solo del primo insediamento dei giovani ma che vanno dall’ammodernamento delle imprese sino al sostegno delle filiere corte ma anche interventi nazionali particolarmente importanti, quali la gestione del rischio il piano irriguo e la biodiversità animale
I primi bandi per i giovani sono già partiti in Toscana con 1800 domande presentate da giovani mentre in Emilia Romagna, dove il bando chiuderà il 1 dicembre, le domande presentate   sino ad ora sono oltre 500 ma presto – sottolinea la Coldiretti – le opportunità si apriranno in tutte le Regioni. Gli interventi che si rivolgono a giovani agricoltori tra 18 e 40 anni non compiuti possono arrivare ad offrire – spiega la Coldiretti – fino a 70.000 euro a fondo perduto per iniziare l’attività oltre a un contributo a fondo perduto sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60%. I giovani potranno accedere inoltre a tutte le altre misure previste sviluppo rurale come consulenza aziendale o la formazione con criteri di priorità.
I giovani della Coldiretti hanno costituito una apposita task force che opera anche a livello territoriale per sostenere i giovani interessati con tutte le informazioni ma anche tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. “C’è un intero esercito di giovani che sta prendendo in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future per costruire un Paese migliore per se stessi e per gli altri”, ha affermato Maria Letizia Gardoni delegata dei giovani della Coldiretti.
In questo contesto – ha precisato la Gardoni – i piani di sviluppo rurali (Psr) rappresentano uno strumento utile per continuare ad incrementare la presenza delle nuove generazioni nelle campagne italiane. Uno strumento che però deve essere leggibile e di facile interpretazione e che sia oggetto di semplificazione per facilitare l’avvicinamento delle giovai imprese alle opportunità offerte dal settore agricolo”. Una risposta alla crescente domanda di agricoltura da parte dei giovani che, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’, nel 57 per cento dei casi oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento). Ma anche – continua la Coldiretti – un sostegno alla competitività dell’agricoltura poiché le aziende agricole condotte dai giovani possiedono, una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più.
Gli interventi non si limitano pero’ solo ai giovani ma – sottolinea la Coldiretti – nei piani di sviluppo rurale regionali approvati ci sono ben 4.960 milioni di euro da destinare a investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali che contribuiranno al rilancio delle aziende agricole e forestali, favorendo un miglioramento delle prestazioni economiche, incoraggiando la ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende agricole nonché la diversificazione delle attività.
Non mancano pero’ – continua la Coldiretti – risorse per la sostenibilità delle produzioni e per il biologico, per l’agricoltura sociale fino alla consulenza aziendale e l’innovazione che possono sostenere la distintività ed i primati qualitativi e di sicurezza alimentare ed ambientale dell’agricoltura italiana. La ripartizione delle risorse nazionali – sottolinea la Coldiretti – ha tenuto conto dei livelli di sviluppo economico regionale: circa 9 Miliardi di euro saranno destinati alle 13 regioni/province autonome in obiettivo competitività (Bolzano, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trento, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto), circa 2 Miliardi di euro alle 3 regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna), mentre 7.4 Miliardi di euro andranno alle 5 regioni in obiettivo convergenza (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia).
Una ulteriore quota di risorse aggiuntive – precisa la Coldiretti – è prevista per l’attuazione di programmi nazionali che con circa 2.2 miliardi di Euro interverranno in ambiti strategici e comuni su tutto il territorio italiano.
“Abbiamo di fronte una occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana e di sostenere la competitività delle impese” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’importanza del dialogo con la pubblica amministrazione per rendere piu’ agevole e veloce l’accesso alle misure previste dai Piani”.