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domenica 28 dicembre 2014

«Il superassessorato? Aiuterà gli anziani ma anche i più deboli»

Il presidente della commissione Sanità illustra il progetto: «Quattro dipartimenti, Zangrillo stenda con me la legge»
Fabio Rizzi, leghista, già senatore, oggi presidente della Commissione Sanità e politiche sociali della Regione, è oggi uno dei nomi più pronunciati di Palazzo Lombardia.
Il suo cognome è diventato sinonimo della riforma della Sanità. Si aspettava tanto clamore sulla bozza Rizzi?
«Oggettivamente sì, perché stiamo procedendo a riformare, a evolvere, il sistema sanitario lombardo, che ha dato grossi risultati, che funziona, ma che ha bisogno di adeguamento. Sono passati 17 anni dalle legge 31 e la situazione sociosanitaria si è profondamente modificata con cronicità e fragilità».
Pensate a un sistema più a misura degli anziani?
«Certamente degli anziani ma non solo. C'è più povertà e meno protezione familiare. C'è meno presenza della famiglia ed è più facile l'abbandono dei fragili. Anche i disabili hanno meno autotutela da parte delle famiglie. Ma pensiamo anche alla vecchiettina che si è rotta il femore e che poi va assistita a casa. Non si possono più separare le due cose: sanità e assistenza sociale».
Ncd contesta la proposta dell'Aisa, che crea una rete unica tra offerta ospedaliera, sanitaria, territoriale e sociale. Sostiene che è a misura del sistema pubblico e danneggia il privato.
«Dissento profondamente da questa posizione di Ncd. È una grande, nuova opportunità per il privato di cimentarsi nel campo della territorialità e della cronicità, per loro finora poco esplorato. Anzi, mi aspetto che le soluzioni innovative del privato migliorino ulteriormente l'offerta e siano di stimolo per il pubblico».
Il professor Zangrillo, San Raffaele, uno dei saggi della sanità, è contrario al megassessorato Sanità e Welfare.
«Comprendo perfettamente il dubbio di Alberto Zangrillo di non correre il rischio, nello spostare troppo il baricentro dall'ospedale al territorio, di perdere l'eccellenza ospedaliera e sanitaria. Ma una soluzione si può trovare. Resta prioritaria la necessità di una regia unica, ma nel nuovo assessorato unico bisognerà creare una struttura con dipartimenti che possano seguire operativamente l'andamento dei singoli settori».
Quanti e quali dipartimenti?
«Possono essere quattro. Uno per la programmazione e uno per l'erogazione dei servizi. Un altro è la superspecialità ospedaliera, che seguirà le grandi eccellenze. E poi il dipartimento implementazione ospedaliero- territoriale: dalla medicina di base all'assistenza sociale. La regia unica serve per spostare risorse ed evitare scontri tra gli assessorati alla Sanità e al Sociale».
Zangrillo teme che si possano intorbidare le acque.
«No, con i paletti giusti. Anzi, accolgo di buon grado la disponibilità di Zangrillo a confrontarsi, situazione che potrà ulteriormente migliorare il testo della legge. Credo che abbia molto da dire e spero di lavorare a quattro mani con lui. Lo invito a stendere la legge con noi. Lui mi ha dato disponibilità a collaborare, lo inviterò ai lavori dei gruppi tecnici. Parliamo lo stesso linguaggio: veniamo entrambi dalla sala operatoria».
Sono sempre così difficili i rapporti con il ministero della Sanità?
«L'intenzione di ricentralizzare la sanità, espressa dal ministro e dal governo, frena le regioni che stanno volando e cioè Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Basilicata. Mi conforta l'assoluta criticità di Zangrillo verso il ministro. Nella nostra legge ci sono diversi sganciamenti dalla sanità romana. Il Consorzio sui farmaci va a contrapporsi ad Afa. Il contratto di lavoro lombardo vuol dare nuovo slancio alle nostre strutture. Puntiamo a svincolare il nostro sistema dalle pastoie burocratiche anacronistiche romane».
Mantovani chiede il megassessorato per Forza Italia.
«Forza Italia vede male l'assessorato unico e sarà uno scoglio. A noi va bene che sia di Forza Italia, purché sia unico. Sarà la politica a scegliere se è preferibile una figura tecnica o politica».
La Voce degli Anziani : «Il superassessorato? Aiuterà gli anziani ma anche...: ...

sabato 27 dicembre 2014

La Fondazione Senior Italia Onlus si presenta

La Fondazione Senior Italia Onlus si presenta in una breve clip video: tanti progetti ed attività con gli anziani, per gli anziani.
Per saperne di più: www.fondazionesenioritalia.it




Cosa fa la @fondsenior: guarda il nuovo video!http://youtu.be/ZI3tm3c6iGE @FederAnziani #anziani #nonniditalia

La Voce degli Anziani : La Fondazione Senior Italia Onlus si presenta...

lunedì 22 dicembre 2014

All’assessore Franconi il premio FederAnziani "60 e più"

“Per aver portato il suo approccio di donna di scienza nella politica e nell’amministrazione
facendo della Basilicata un ‘laboratorio’ in cui sviluppare nuove possibilità nel campo sanitario”. Con queste motivazioni è stato oggi conferito a Roma all’Assessore alla Salute della Regione Basilicata, Flavia Franconi, il premio FederAnziani “60 e più”. Il riconoscimento è destinato a valorizzare le eccellenze in campo sanitario, con uno sguardo particolare alla sensibilità dimostrata verso il mondo dei pazienti “over 60”, e a premiare gli esponenti del mondo della ricerca, delle istituzioni, dell’associazionismo, dell’impresa, che si sono distinti per il contributo offerto al miglioramento della salute e della qualità della vita delle persone anziane. “Questo premio – commenta il presidente della Regione Basilicata – Marcello Pittella testimonia la qualità dell’impegno, la sensibilità e le capacità che l’assessore Franconi ha saputo mettere a disposizione della sanità lucana. All’assessore – aggiunge Pittella vanno gli auguri personali e a nome della Giunta regionale”. La premiazione è avvenuta, presso l’Auditorium del Ministero della Salute, nel corso della presentazione del compendio annuale dei dati della sanità italiana “SIC Sanità in Cifre”. Il lavoro è frutto dell’iniziativa del Centro Studi SIC di FederAnziani in collaborazione con il CEIS di Tor Vergata, la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Dipartimento clinico-sperimentale di Medicina e Farmacologia dell’Università di Messina e la Luiss Business School. La Presentazione del volume è divenuto negli anni un punto di riferimento per il mondo della sanità italiana. Gli anziani sostengono sempre più di tasca propria le spese per curarsi. A volte sono costretti a rinunciarvi per ragioni economiche, a fronte di un Servizio Sanitario Nazionale intasato oltre che oberato da 1 miliardo 365 milioni di prestazioni erogate ogni anno, di cui si stimano evitabili o ingiustificate almeno il 30/40%. Questi alcuni dettagli della fotografia scattata dal Compendio SIC Sanità in Cifre 2013, realizzato dall’omonimo Centro Studi di FederAnziani. Dal compendio emerge ancora che cresce ancora la spesa sanitaria. Anziani e malati cronici sono i principali fruitori del Servizio Sanitario Nazionale, che si trova a dover erogare in un anno un miliardo 365 milioni di prestazioni per branca specialistica. Nel 2013, inoltre, la spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, è stata pari a 26,1 miliardi di euro, di cui il 75,4% rimborsata dal SSN. In media per ogni cittadino la spesa per farmaci è stata di circa 436 euro. I dati del Compendio evidenziano infine come la quota del SSN diminuisca del 9,37% a fronte di un aumento dello 0,95% di quella imputabile ai cittadini. fio
Comunicato stampa

venerdì 19 dicembre 2014

IMU terreni entro il 26 gennaio: istruzioni in Gazzetta

 La proroga e le nuove esenzioni per il versamento IMU sui terreni agricoli montani.
È ufficiale la proroga dei versamenti IMU sui terreni agricoli montani: il provvedimento (articolo 1 del decreto legge n. 185/2014) che slitta la scadenza al 26 gennaio 2015 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 291/2014.

Proroga

La misura era stata preannunciata dal Consiglio dei Ministri del 12/12/2014, che aveva approvato:
“Uno slittamento dal 16 dicembre 2014 al 26 gennaio 2015 del termini di versamento dell’IMU sui terreni agricoli montani. La norma proposta è diretta ad evitare che i contribuenti siano tenuti a versare l’imposta sulla base di aliquote troppo elevate. È comunque salvaguardata l’applicazione di aliquote deliberate con specifico riferimento ai terreni agricoli. Allo stesso tempo, con la norma proposta, i Comuni accertano convenzionalmente nel bilancio 2014 gli importi a titolo di maggior gettito IMU derivante dalla revisione dei terreni agricoli montani, a fronte della corrispondente riduzione del Fondo di Solidarietà Comunale (FSC) 2014″.

=> IMU terreni agricoli: aliquote e proroga al 26 gennaio

Esenzioni IMU

La proroga è stata concessa visti i tempi stretti per l’adempimento, dettati dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale del 28 novembre 2014 che ha ridefinito l’esenzione, arrivata solo il 6 dicembre scorso. Le nuove regole prevedono l’esenzione IMU per i terreni agricoli solo nel caso appartengano a Comuni situati a un’altitudine superiore a 600 metri o siano posseduti L’esclusione dal tributo riguarda anche i terreni situati a un’altitudine di almeno 281 metri se posseduti (oppure detenuti in comodato o in affitto) da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti nella previdenza agricola.

=> TASI-IMU a saldo: ecco tutte le esenzioni 2014

Scadenza

Entro il 26 gennaio 2015, quindi, i proprietari di terreni agricoli montani ubicati nel territorio di competenza dei Comuni non più esenti, dovranno versare l’aliquota di base dello 0,76%, a meno di diversa delibera da pare del competente ente locale. Sul sito ISTAT è possibile consultare l’Elenco dei Comuni italiani e la relativa altitudine

mercoledì 10 dicembre 2014

Elisabetta Papa ha scritto: San Fele è uno dei paesi più a Nord della regione Basilicata

San Fele è un centro agricolo, totalmente montano situato a 864 metri sul livello del mare. Le sue abitazioni sono arroccate intorno a due monti, il monte Torretta (m.1071) e il monte Castello (m.937); la sua configurazione ha la forma della lettera X.
È uno dei paesi più a Nord della regione Basilicata

sabato 6 dicembre 2014

Catasto: visure online gratuite per il calcolo di IMU e TASI


VISURE CATASTALI ONLINE GRATUITE PER GLI UTENTI REGISTRATI AI SERVIZI TELEMATICI DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE: LE STIME DELLA CGIA DI MESTRE SUL COSTO DI TASI E IMU 2014, RINCARO DA 1 MILIARDO PER LE IMPRESE

Si preannuncia un altro anno di fuoco per i proprietari di immobili, la cui tassazione è influenzata dai rincari insiti nella nuova Tasi-IMU e dal’attesa riforma delle rendite catastali. Se non altro, per calcolare il dovuto in base ai nuovi valori, dal prossimo 31 marzo sarà attivo il servizio di consultazione gratuita e online delle visure catastali. Il via libera al servizio è contenuto nel provvedimento direttoriale dell’Agenzia delle Entrate del 4 marzo 2014.

VISURE GRATUITE ONLINE

Il servizio fornisce esclusivamente informazioni sugli immobili di cui il richiedente risulta intestatario ed è disponibile per tutte le persone fisiche registrate ai servizi online dell’Agenzia delle Entrate, Entratel e Fisconline, che potranno consultare via web labanca dati ipotecaria e catastale. Basta che il codice fiscale del richiedente coincida con quello presente nelle banche dati ipotecaria e catastale. Una semplificazione implementata in vista del pagamento delle imposte sulla casa, a partire dall’imponibile catastale. Sempre dal 31 marzo, l’accesso alla banca dati catastali è esteso anche aglisportelli decentrati delle Entrate, in modo totalmente gratuito. Il richiedente deve presentarsi con documento d’identità, e nel caso in cui si tratta di legale rappresentante con la relativa delega.

CALCOLO NUOVA IMU

Il nuovo servizio è utile per calcolare l’IMU (anche la TASI), visto che il punto di partenza è sempre la rendita catastale (che poi bisogna rivalutare in base a coefficienti relativi alle diverse tipologie di immobili per ottenere l’imponibile IMU). A impattare fortemente sul calcolo della tassa sarà proprio la riforma del Catasto, prevista dalladelega fiscale approvata in via definitiva dal Parlamento, che cambierà il calcolo della rendita catastale (rendendola più vicina ai valori di mercato, sostituendo i metri quadri ai vani come unità di misura). La riforma  comporterà ulteriori novità in tema di calcolo IMU, ma è molto improbabile che questo accada già da quest’anno: il governo ha 12 mesi di tempo per emanare i decreti delegati, le prime misure relative al fisco arriveranno in maggio secondo quanto previsto dal programma del governo Renzi, ma non è detto che si occupino del catasto (più probabile che si privilegino le misure di riduzione del cuneo fiscale).

CALCOLO TASI

Anche per quanto riguarda un calcolo attendibile di quanto costeranno, ai privati e alle imprese, sul fronte delle novità 2014 per IMU e TASI è presto: bisogna aspettare le delibere comunali. La norma nazionale è modificata con una nuova aliquota standard per la TASI dello 0,1%, che può essre portata dai comuni fino allo 0,33%: per le prime case si paga solo questa imposta, mentre sugli altri immobili, compresi quelle delle imprese, si aggiungerà l’IMU. La somma IMU -Tasi non potrà superare l’1,14%.

I RINCARI PREVISTI

Secondo i calcoli della Cgia di Mestre, ipotizzando che tutti i comuni applichino l’aliquota Tasi standard dello 0,1% (ipotesi improbabile, visti i problemi di gettio degli enti locali in virtù dei quali è stata appena decisa la possibilità di alzare le aliquote TASI di uno 0,08%), il conto più salato lo pagheranno i proprietari di immobili della  seguiti da Lazio e Veneto. In particolare, in Lombardia si pagheranno in totale 660 milioni di Tasi-IMU, in Lazio 480 e in Veneto 354. Guardando ai soli immobili d’impresa, resta in testa la Lombardia con 224 milioni di euro di tasse sugli immobili, seguita sempre dal Lazio, a quota 121 milioni, mentre l’Emilia Romagna con 101 milioni supera il Veneto, a quota 96 milioni. Le regioni in cui invece i contribunti pagheranno meno, calcolaldo sia prime case sia altri immobili, sono Valle D’Aosta, 14 milioni, Molise, 17 milioni, Basilicata, 23 milioni. «La nostra preoccupazione è rivolta soprattutto agli effetti che l’IMU e la TASI avranno sui capannoni», commenta Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia Mestre. Anche ipitizzando l’applicazione dell’aliquota standard, allo 0,1%, sommando un’IMU media del 9,33% (il livello medio applicato nel 2012), si arriva a un rincaro di un miliardo per questi immobili d’impresa
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venerdì 5 dicembre 2014

Potenza. Migliaia in piazza assediano la regione contro trivellazioni e Sblocca Italia


Stop al Decreto Sblocca Italia e No alle trivellazioni. Ieri Potenza, capoluogo della Basilicata, si è riempita di nuovo con la rabbia di diecimila persone scese in piazza per dar vita a una manifestazione contro il decreto “Sblocca Italia” e le estrazioni petrolifere. 
Migliaia di persone, studenti, aderenti a movimenti territoriali - tra cui "Mo basta" e "No Triv" -  e associazioni ambientaliste, lavoratori hanno sfilato in corteo fino alla sede della Regione Basilicata, dove era in corso il consiglio regionale che doveva discutere proprio dell’applicazione del decreto “Sblocca Italia”. Oltre 50 i pullman arrivati a Potenza da Calabria,Puglia e Campania.
Ed è proprio al Consiglio regionale i movimenti che si oppongono al boom di trivellazioni chiedono di mettersi di traverso rispetto al decreto Sblocca Italia dopo che in tutta la regione 
già 65 comuni su 131 hanno votato una delibera contro il provvedimento governativo. Molti i sindaci scesi in piazza con la fascia tricolore.
Lo striscione di apertura così recitava: “Lucania, svegliati e ascolta il canto dei tuoi figli in rivolta”. Arrivati sotto la sede della Regione alcuni manifestanti hanno lanciato acqua e oggetti contro la polizia che proteggeva il palazzo, chiedendo di essere ammessi nella sala dove si svolgeva il Consiglio e l’impugnazione da parte della Regione delle norme che consentirebbero nuove e devastanti trivellazioni.
 
A causa della contestazione e della pressione della piazza, il presidente della Regione Basilicata, Pittella (Pd), ha sospeso la sua relazione in aula, mentre il presidente del Consiglio regionale, Lacorazza, è uscito all’esterno per parlare con i manifestanti, spiegando che “a nessuno è stato impedito di assistere ai lavori, e per questo è stato installato un maxi schermo, vista la ridotta capienza della sala riservata al pubblico”. Dal corteo però sono continuate a volare uova.

Due settimane fa le proteste erano state prolungate con le “cinque giornate di Potenza“ che avevano visto come protagonisti gli studenti riuniti nel Coordinamento 8 novembre che avevano letteralmente assediato la regione per giorni.

FONTE contropiano.org/

PENSIONI, ALLARME: LE ULTIME SONO PIÙ BASSE DI.CIRCA 3.000 EURO L’ANNO

 




I pensionati fanno i conti con la crisi e spendono sempre di menoROMA – Dalla rilevazione annuale sui trattamenti pensionistici e sui loro beneficiari condotta da Istat e Inps emerge che nel 2013 il sistema pensionistico italiano ha erogato 23,3 milioni di prestazioni, per un ammontare complessivo di 272.746 milioni di euro; il valore corrisponde al 16,85% del Pil, con un aumento della spesa complessiva dello 0,7%, mentre la quota sul Pil è cresciuta di 0,22 punti percentuali.
Dai dati emerge soprattutto che un pensionato su quattro ha meno di 65 anni e i nuovi pensionati percepiscono un assegno fino a 3mila euro l’anno inferiore rispetto a chi era già in pensione fino al 2012. La quota di chi supera i 3.000 euro mensili è pari soltanto al 5,6%.  
L’aumento totale della spesa, a fronte di una diminuzione nel numero dei trattamenti erogati (-1,1%), è imputabile all’aumento dell’importo medio delle prestazioni erogate, pari all’1,9%. Incrementi della spesa si registrano per le pensioni di vecchiaia (+0,8%), ai superstiti (+1,6%), per le indennitarie (0,4%), le invalidità civili (+1,2%) e per le pensioni sociali (+3,9%). Le pensioni di vecchiaia, rileva l’Istat, assorbono oltre i due terzi (il 71,8%) della spesa pensionistica totale; seguono quelle ai superstiti (14,8%) e le pensioni assistenziali (7,9%); molto più contenuto il peso delle pensioni di invalidità (3,8%) e delle indennitarie (1,7%). Nel 2013 le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs) sono 18,2 milioni (il 78,2% del totale), per una spesa complessiva di 246.626 milioni di euro (il 90,4% del totale) e un importo medio annuo di 13.528 euro.
Le pensioni di vecchiaia o anzianità sono la maggioranza (il 52,3% dei trattamenti pensionistici) e presentano l’importo medio annuo più elevato, pari a 16.060 euro, per una spesa complessiva di 195.831 milioni di euro (il 71,8% del totale). Le pensioni ai superstiti sono il 20,6% dei trattamenti pensionistici e assorbono il 14,8% della spesa (per un totale di 40.467 milioni di euro); il restante 5,2% delle prestazioni si riferisce agli assegni ordinari di invalidità e a pensioni di inabilità, che assorbono il 3,8% della spesa totale (10.328 milioni).
Alcune statistiche particolari emergono poi dall’analisi generale.
ETA’ – Un pensionato su quattro ha meno di 65 anni. E’ quanto calcola l’Istat nel rapporto su ”Trattamenti pensionistici e beneficiarli”. Ad avere meno di 65 anni sono circa un quarto (24,9%) dei pensionati, la metà (il 51,0%) un’età compresa tra 65 e 79 anni e il restante quarto (24,1%) ha 80 e più.
IMPORTO – L’importo medio annuo delle pensioni e’ pari a 11.695 euro, 213 euro in piu’ rispetto al 2012 (+1,9%). I pensionati sono 16,4 milioni, circa 200 mila in meno rispetto al 2012; in media ognuno di essi percepisce 16.638 euro all’anno (323 euro in piu’ del 2012) tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato puo’ contare anche su piu’ di una pensione. In particolare, spiega l’Istat, il 33,7% delle pensioni e’ di importo mensile inferiore a 500 euro (incidendo per l’11,1% sulla spesa pensionistica complessiva) e una quota analoga (32,4%) raggruppa le prestazioni con importo tra i 500 e 1.000 euro. Al crescere degli importi diminuisce la quota dei trattamenti erogati: il 23,4% dei trattamenti ha un importo compreso tra 1.000 e 2.000 euro mensili, il 7,6% tra 2000 e 3000 euro, il 3,0% supera i 3.000 euro mensili. Poiche’ piu’ trattamenti possono essere erogati allo stesso beneficiario, solo il 41,3% dei pensionati percepisce meno di 1.000 euro mensili, il 39,3% riceve tra 1.000 e 2.000 euro, il 13,7% tra 2.000 e 3.000 euro, mentre il 5,6% percepisce importi mensili superiori a 3.000 euro.
UOMINI – DONNE Gli importi erogati agli uomini sono mediamente piu’ elevati di quelli percepiti dalle donne: redditi fino a 500 euro sono erogati all’11,9% dei pensionati, contro il 14,6% delle pensionate, mentre il 9,0% degli uomini riceve un ammontare superiore ai 3.000 euro mensili, contro il 2,6% delle donne.
PENSIONI SOCIALI – In oltre i tre quarti dei casi (76,0%) i titolari di pensioni sociali percepiscono redditi di importo mensile inferiore a 1.000 euro (il 38,9% non supera i 500 euro). La quota scende a meno della meta’ tra i pensionati di invalidita’, anche civile (rispettivamente 44,7% e 40,8%) e a meno di un terzo tra i titolari di pensioni di vecchiaia (29,9%) e tra i superstiti (34,6%). Escludendo i beneficiari di pensioni sociali, la quota piu’ elevata di redditi che non superano i 500 euro si registra tra i titolari di pensioni di invalidita’ civile: sono il 27,8 contro il 21,1% registrato per le indennitarie, l’8,1% dei superstiti, il 5,5% delle pensioni di invalidita’ e il 5,0% di quelle di vecchiaia (Prospetto 12). I titolari di pensioni di vecchiaia (il 25,6%), di pensioni indennitarie (26,3%) e i pensionati di guerra (32,2%) sono invece i piu’ presenti nelle classi di reddito pensionistico superiori a 2.000 euro mensili.
NUOVI PENSIONATI – I nuovi pensionati (le persone che hanno iniziato a percepire una pensione nel 2013) sono 559.634, mentre ammontano a 760.157 le persone che nel 2013 hanno smesso di esserne percettori (i cessati). Il reddito medio dei nuovi pensionati (13.152 euro) e’ inferiore a quello dei cessati (15.303) e a quello dei pensionati sopravviventi (16.761), coloro cioe’ che anche nel 2012 percepivano almeno una pensione.
REGIONI – Nelle regioni settentrionali si concentra circa la metà delle prestazioni pensionistiche (47,8%), dei pensionati (48,3%) e della spesa erogata (50,6%). Nelle regioni meridionali, la quota scende a un terzo (31,8% per le pensioni, 31,6% per i pensionati) e al 28,0% della spesa complessiva. Le regioni centrali ricevono il 20,5% dei trattamenti, ospitano il 20,1% dei pensionati e assorbono il 21,4% della spesa erogata
SINDACATI – “Il governo si ricordi dei pensionati. C’e’ la legge di stabilita’ in discussione e per queste persone non c’e’ nulla. Chiediamo con insistenza di prevedere qualcosa anche per loro perche’ da molti anni vivono in una condizione di assoluta difficolta'”. Cosi’ il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone commenta i dati Istat sulle pensioni. “I pensionati e gli anziani- ha continuato Cantone- si sono presi sulle proprie spalle le famiglie e aiutano come possono figli e nipoti senza lavoro. Ma se ora non gli si da una mano non riusciranno piu’ a svolgere questo ruolo di ammortizzatore sociale. È una questione serissima che un governo che ha a cuore il futuro del paese non puo’ non affrontare.
Il Sindacato ha pienamente ragione. Il Governo Renzi, ma anche quelli precedenti, soprattutto Monti, hanno infierito anche troppo sui pensionati, considerati il bancomat dell’esecutivo. Quindi non si azzardi a introdurre nuove misure di limitazione o prelievo perché andrà incontro alla reazione degli interessati, senza considerare il fatto che gli interventi di contributo di solidarietà disposti finora sono stati dichiarati incostituzionali e quindi non praticabil
 LEGGI La Voce degli Anziani : PENSIONI, ALLARME: LE ULTIME SONO PIÙ BASSE DI CIR...:

Povertà, 450euro al mese per le fasce più deboli. Boccata d'ossigeno per 8mila persone

POTENZA - A partire da febbraio in Basilicata partirà il progetto del “Reddito minimo di inserimento”, destinato alle famiglie lucane in stato di povertà, ai lavoratori che non percepiscono più gli ammortizzatori sociali in deroga e per chi ha preso parte al progetto Copes (Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale).
Questo il contenuto di un accordo firmato dal governatore lucano, Marcello Pittella e dai sindacati. “Il progetto - ha detto Pittella - è reso finanziariamente sostenibile dalla norma contenuta nella legge “Sblocca Italia” che consente di utilizzare i fondi dell’ex carta carburanti per misure di sviluppo economico e per l’attivazione di una card sociale e rientra in una più ampia strategia della giunta regionale a sostegno delle fasce più deboli della società, da un lato, ma anche per la ripresa dello sviluppo e il sostegno dell’occupazione, dall’altro, in un’ottica di utilizzo virtuoso delle royalties del petrolio”. Il Reddito minimo sarà quindi finanziato dalla Regione con 40 milioni di euro l’anno che in media ammontano a 450 euro per beneficiario (su una «platea» stimata in circa ottomila persone).
(Approfondimenti sull’edizione cartacea de “La Nuova del Sud”)
LEGGI Povertà, 450euro al mese per le fasce più deboli. Boccata d'ossigeno per 8mila persone

giovedì 4 dicembre 2014

Lastra a Signa, torna la Sagra degli Antichi Sapori

sagra antichi sapori 2014 lastra a signa

Tre giorni di eventi per valorizzare il patrimonio culturale e gastronomico del territorio

Partirà il prossimo 6 dicembre la Sagra degli Antichi Sapori che, per tre giorni, animerà il centro storico di Lastra a Signa con eventi e stand gastronomici.

La manifestazione partirà sabato 6 dicembre con un evento che propone una contaminazione con i sapori e i folclori della Basilicata. A partire dalle 18.30 presso lo Spedale di Sant’Antonio si terràSpiritualia, gli eventi dell’anima in collaborazione con il Comune di San Fele (Pz).

Domenica 7 dicembre la sagra si aprirà, a partire dalle 10, con ilmercato dei prodotti e gli stand enogastronomici, il cibo di strada, ilmercatino di Natale, la mostra mercato di filatelia, numismatica e collezionismo.


Sempre nel centro cittadino si terrà la Caccia al Sapore, ovvero la caccia al tesoro partendo da una ricetta di Pellegrino Artusi e le animazioni a cura del Gruppo Storico dei Castelli di Lastra a Malmantile.

Lunedì 8 dicembre la manifestazione prosegue, dalle 9, con la Fiera dell’Immacolata il mercato ambulante straordinario a cura di Confcommercio, Fiva e il Mercato dell’antiquariato. Nell'arco dell'intera giornata ci saranno animazioni, spettacoli di fuoco e giochi per le vie del centro.

La manifestazione si chiuderà al Teatro delle Arti dove, alle 21.30, si terrà lo spettacolo Viaggio di un Piccolo Principe a cura di Synthesis, musiche di Marzio Costanzi e Francesco Gronchi con la partecipazione della Scuola comunale di Danza. I fondi raccolti dall’incasso dello spettacolo saranno destinati al progetto di beneficenza Un calcio per tutti.
 Jessica Chirli


LEGGI Lastra a Signa, torna la Sagra degli Antichi Sapori - 055Firenze

IMU agricola sui terreni montani: saldo e rinvio al 2015

Il 16 dicembre 2014 non si paga l'IMU sui terreni agricoli montani su cui sono state abolite retroattivamente le esenzioni integrali: il Governo annuncia il rinvio al 2015

Imprese agricole
L’IMU agricola sui terreni montani, su cui è stata abolita retroattivamente l’esenzione integrale, è rimandata a giugno 2015: i proprietari non dovranno più pagarla in un’unica soluzione entro il 16 dicembre. Il provvedimento ufficiale non è ancora arrivato ma è stato annunciato dal Governo, in considerazione dei tempi eccessivamente stretti e della complicazione interpretativa della nuova formulazione dell’esenzione.

=> Esenzione IMU agricola terreni montani

La nuova norma

La proroga è stata annunciata dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, secondo cui il rinvio arriverà con un decreto ad hoc oppure con un emendamento alla Legge di StabilitàLa questione riguarda il DM Economia del 28 novembre 2014, in attuazione di quanto previsto dal Decreto Competitività (articolo 22, comma 2, Dl 66/2014).
La norma che si vuole rinviare introduce nuove regole retroattive per l’esenzione IMU sui terreni agricoli montani, limitandola ai Comuni sopra i 601 metri dialtitudine o sopra i 281 metri se posseduti da agricoltori diretti o imprenditori agricoli professionali. Tutti gli altri, che non hanno pagato l’acconto di giugno perché in base alla vecchia legge erano esenti, ora sono chiamati alla cassa.

Il rinvio

Visti i tempi strettissimi (dovrebbero versare l’IMU entro il 16 dicembre, in un’unica soluzione comprensiva di acconto e saldo, sulla base di un decreto di fine novembre) e le svariate proteste arrivate da associazioni di categoria ed enti locali, il Governo annuncia che il pagamento dell’IMU sui terreni agricoli montani slitta a giugno 2015(con l’acconto dell’anno prossimo, evidentemente).

Le aliquote

Bisogna attendere il provvedimento per capire se nel giugno prossimo bisognerà pagare anche l’IMU 2014, e quali saranno le aliquote da applicare. Anche su questo fronte, infatti, ci sono dubbi interpretativi: bisogna pagare con aliquota ordinaria dello 076% o con quella eventualmente stabilita dalla delibera comunale per i terreni? Come ci si comporta nel caso in cui la delibera preveda un’esenzione con regole diverse d a quella della norma statale?

Le criticità

Le associazioni di categoria chiedono che vengano modificati anche i criteri previsti dal decreto. Secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori):
«il criterio altimetrico non può essere l’unico parametro di riferimento, ci sono fattori economici e ambientali che devono essere presi in considerazione, a partire dai territori colpiti dagli effetti disastrosi del maltempo e del dissesto idrogeologico».
Coldiretti sottolinea poi che:
«far pagare l’IMU sui terreni in base all’altitudine in cui si trova il palazzo comunale introduce una inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario”, ha denunciato l’associazione»

mercoledì 3 dicembre 2014

Esenzione IMU sui terreni: pronto il decreto

Esenzione IMU per terreni agricoli nei Comuni sopra i 601 metri o sopra i 281 se posseduti da agricoltori professionali e coltivatori diretti: elenchi e nuove regole per il saldo 2014.

In arrivo il decreto che riduce l’esenzione IMU per i terreni montani, non più valido per tutti ma solo in base all’altitudine del Comune e all’attività del proprietario (se coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale): il decreto 28 novembre 2014, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, attua infatti quanto previsto dal Decreto Competitività (articolo 22, comma 2, Dl 66/2014) che ha introdotto nuove regole retroattive per l’esenzione IMU sui terreni agricoli. Pertanto, anche chi finora era esente adesso è chiamato a pagare: per tutti il versamento va effettuato entro il 16 dicembre e riguarderà acconto e saldo in un’unica soluzione.

=> IMU terreni: nuove regole per il saldo 2014

Altitudine del Comune

I terreni agricoli montani ora esenti IMU sono solo quelli che ricadono in Comuni sopra i 601 metri di altitudine, in base all’Elenco comuni italiani pubblicato sul sito internet dell’ISTAT alla colonna “Altitudine dal centro“. Significa che se un terreno si trova sopra i 601 metri ma il Comune di appartenenza è sotto questa altitudine, non c’è l’esenzione IMU. Fa dunque fede l’altitudine del Comune e non del terreno.

=> Elenco Comuni montani: altitudine ufficiale

Attività del proprietario

Se poi il Comune si trova tra 601 e 281 metri, l’esenzione IMU scatta solo per terreni di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti alla previdenza agricola. Quindi, i proprietari di terreni che in base a questa nuova regolamentazione non sono più esenti, ma non hanno pagato l’acconto IMU di giugno – perché in base alle vecchie regole lo erano – devono passare alla cassa entro il 16 dicembre, e pagare sia la prima rata sia il saldo.

=> Approfondisci: TASI su terreni agricoli e fabbricati rurali

Ricordiamo che la base imponibile si ottiene applicando al reddito dominicale risultante in Catasto, rivalutato del 25%, un moltiplicatore pari a 135, che scende a 110 per i coltivatori diretti e gli IAP (imprenditori agricoli professionali), che hanno anche la franchigia.
Fonti: decreto MEF sull’esenzione IMU per terreni agricoli; elenco dei Comuni sopra i 601 metri.

FONTE PMI